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«"Noi siamo i ribelli!", gridava Giorgia Meloni dal palco di quel congresso di Viterbo che la incoronò leader per la prima volta. E le icone dei "ribelli" erano questi ragazzi caduti sul campo tra il 1970 e il 1983, da una capo all'altro di Italia.»
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Se avete già una copia delle precedenti edizioni, tenetevela stretta perchè questa nuova edizione non presenta alcun aggiornamento, se non una prefazione cinque pagine che riconferma gli intenti del lavoro giornalistico svolto a suo tempo.
Un libro stupendo,da leggere e rileggere...finalmente viene "data voce" a ki in quegli anni credeva in qualcosa ed è morto x quei valori.
Sn una studentessa romana ventunenne,gli anni del liceo spesi nell'attivismo politico con i collettivi romani e una profonda cultura antifascista.Quest'estate ho volutamente comperato questo libro,per la profonda convinzione che bisogna cercare di comprendere ciò che va oltre le proprie idee.Io negli anni di piombo nn c'ero ma,ho due genitori che in quegli anni erano adolescenti,impegnati nella lotta politica in opposti schieramenti,ma che credevano profondamente in ciò che facevano,totalmente convinti che il mondo potevano e dovevano cambiarlo;poi tutto è degenerato,con le P.38,le B36 e le molotov,è affiorato aun'odio senza appello,che forse dalla resistenza continua a caratterizzare i nostri modi di fare perchè il fascista è sempre stato visto come un rozzo,soprattutto da certi ambienti che si ritengono "intellettualmente in".Così si è cominciato a sparare per le strade e,tanta gente,troppa,su quelle strade c'è rimasta;penso ai "nostri" Valerio Verbano, Giorgiana Masi, Piero Bruno;di loro ho sempre saputo tutto,ho letto quintali di carte,ho preso parte a centinaia di dibattiti,ho sentito una moltitudine di gente parlare.Prima di quest'estate,o meglio,prima di queste splendide pagine che ho divorato tutto d'un fiato,credevo che esistessero morti di serie A(i "Nostri")e morti di serie B(i "Vostri"),questa differenziazione,a dir poco idiota,deriva da quello stupido senso di cieca appartenenza che deriva dalla lotta politica,dal mero odio per il diverso, una strana forma di razzismo e xenofobia,che colpisce anche noi,"i colti di sinistra" che ce ne credevamo tanto immuni.Ma quando ho letto quelle storia,ho avvertito le sensazioni di quelle madri, mi sono sentita raggelare ed è stato lì che ho capito che ogni persona che muore per le proprie idee è un martire e come tale va commamorato, perchè nessuna lotta politica da l'autorizzazione ad un'individuo di ammazzare barbaramente un proprio simile,questo libro mi ha fatto comprendere quanto"loro"non fossero diverse da"noi",come spendessero la propria vita x un'ideale.
Recensioni
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