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Piccolo ma intenso libro di riflessioni . Le pagine sulla misantropia come distanza critica dalla società per meglio comprenderla è molto felice come intuizione-riflessione. L'argomento andrebbe allargato con un saggio più articolato . Il concetto di "intruso" o "antropologo" in famiglia è illuminante e kafkianamente necessario. Meglio chi solo dubita che colui che non pensando agisce pensando di cambiare il mondo...
Berardinelli raccoglie in questo libriccino sei brevi saggi pubblicati negli ultimi anni su riviste e quotidiani diversi: tutti accomunati da uno stile vivace e coinvolgente, e dalla stessa,vibrante vis polemica che da sempre caratterizza gli scritti di questo autore.Polemica e risentita,orgogliosa di una propria sottolineata originalità rispetto ai più diffusi e ammorbiditi canoni di critica letteraria attualmente imperanti nell'editoria e nel mondo accademico. Chi sono,quindi,gli intellettuali,oggi,secondo Berardinelli? "Sono un'ampia e varia categoria di professionisti o di artisti del pensare e del sapere..Una categoria di individualisti..Un gruppo a sé stante,non molto simpatico perché presume di avere il monopolio del sapere,del pensare,del capire..", che può farsi perdonare solo "se contribuisce al miglioramento della vita sociale,solo se mette in comune almeno una parte del privilegio che ha." Ma rispetto a queste definizioni,generose forse perché abbastanza generiche, ecco che l'aculeus dell'autore si fa subito più pungente quando arriva a distinguere tre tipi di intellettuali:il Metafisico,il Tecnico,il Critico.Le due prime categorie escono malconce,e giustamente,da questa analisi,che invece si fa più indulgente verso la terza:"I Critici sono e si riconoscono individui a disagio,dubbiosi,senza potere..Inclassificabili singoli,e la loro vulnerabile forza è in questo." Servono,al mondo, gli intellettuali,i filosofi, gli artisti? "Non diversamente dalla poesia,la critica non fa succedere niente.Non cambia il mondo.Ne fa parte." Eppure,i nomi eccellenti,che salvano l'esistenza e la cultura,ci sono, e vengono a più riprese sottolineati: Kierkegaard,Baudelaire, Kraus,Canetti,Montale,Weil,Pasolini..Solitari ed eccelsi,indispensabili.Di cui nel saggio più importante di questo importante piccolo libro ("Misantropia e critica sociale")si esalta e difende l'insostituibile funzione morale.
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