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Non mi capitava da tempo di essere così insofferente durante una lettura. Il narratore parla in prima persona, è uno schizofrenico, ma non per questo c'era bisogno di usare una scrittura così confusa che non si capisce niente. Mi ballavano gli occhi, e a pagina 164 l'ho chiuso e donato alla biblioteca. Di arrivare fino a pagina 300 sinceramente non ne avevo proprio voglia. Un libro furbo. "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" ha saputo fare di meglio, e senza tirare in ballo uno schizofrenico e un fratello morto. Ma la colpa è mia: la prossima volta starò più attenta a comprare un libro solo perchè la copertina e il titolo sono accattivanti, con dentro tanti disegnini e pagine scritte in font diversi. Una delusione a 360 gradi.
Un'idea molto interessante trattata in maniera secondo me non all'altezza, con una narrazione confusa e poco coinvolgente, non giustificata dal fatto che il narratore è schizofrenico, anzi,proprio per questo mi sarei aspettata un racconto folle ma intenso.
Storia di una follia vista da dentro la follia, e non dall'esterno come spesso accade. L'autore pare essere infermiere specializzato in pazienti psichiatrici e questo ha senza dubbio aiutato. Matthew vive a Bristol, è schizofrenico, sente le voci, manda tutti affanculo, si droga, si lava pochissimo, entra ed esce dalla clinica, non vuole farsi aiutare, sente le voci, di nuovo, in poche parole è matto come un cavallo. Ma di una pazzia lucida e totalmente imbevuta dell'amore per il fratello morto che non sembra ma c'è sempre e gli dice in che modo essere folle e dove andare a sbatterla, quella testa piena di incubi. Il lungo percorso che lo deve portare a trovare spiegazioni, redenzione, pentimento, assoluzione e ad elaborare il lutto è quasi soltanto un pretesto per raccontare la follia di chi gli sta intorno e dentro, per disegnare gli oggetti, per buttare sulla carta le paranoie, per cercare le mele marce negli angoli del suo passato, per rovistare nei cassonetti della sua esistenza totalmente votata alla malattia. Poi è anche un libro furbo, che avrebbe tutti gli ingredienti per essere un best seller e per diventare un film con Di Caprio, ma a differenza di altri libri furbi che mi è capitato di avere tra le mani (es. L'eleganza del riccio etc ..), questo è totalmente credibile. Ed è cattivo, politically scorrect, sarcastico quando serve. A volte basta scrivere bene cose in cui la gente può credere, e chissenefrega se non mi insegna a stare al mondo o se non m'illumina sulle regole della retorica, se mi regala un personaggio forte, credibile e a cui voler bene, certi giorni può anche bastarmi. Non prende il 10 solo perché il finale (rassicurante) non è, a mio parere, all'altezza della narrazione.
Recensioni
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