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Anno edizione: 2023
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Seppur mi riesca difficile condividerne i contenuti devo ammettere che e' accattivante. Scritto da una persona indubbiamente intelligente, probabilmente colta, sottolinea la deficenza ALTRUI con sottile ironia (Nb: l'intelligenza e' un dono non un merito... come il colore dei capelli, questo l'autore non pare capirlo). Divertente. In qualche pagina l'autore azzarda conclusioni ecclatanti salvo svicolare subito via velocemente a mo di rettile oblungo senza provare alcunche'. A volte un po' ripetitivo. Lettura piacevole. A mio avviso almeno.
Mi piacerebbe che questo libro fosse letto da quelli che, come me, lavorano in assicurazioni, banche, sgr ed intermediari finanziari in genere. Gestire e prevedere il rischio con modelli standardizzati e preconfezionati è pura illusione (basta pensare all'ultima crisi). Chissà a quali cigni neri apriranno le porte i nuovi solvency e basilea... Unica pecca del libro: lo snobismo dell'autore.
Bel saggio, originale per la controtendenza delle idee dell’autore, in un momento storico in cui l’economia viene sempre più presentata come una scienza esatta. L’unico neo del libro è l’estrema prolissità dell’autore che frigge e rifrigge lo stesso concetto, senza approfondire particolarmente il problema, per circa 320 pagine. Lodevole il coraggio con cui critica pesantemente alcuni nomi del gotha dell’economia, della filosofia e della scienza. Il succo del suo ragionamento è il seguente: il mondo si divide in Mediocristan ed Estremistan. Il Mediocristan rappresenta il mondo fisico, il mondo in cui vi sono alcuni vincoli (la gravità, le tensioni strutturali, l’elettromagnetismo, ecc…) che pongono seri limiti al range di variabilità di alcune grandezze, appunto le grandezze fisiche. Ecco che allora qualsiasi misura fisica sarà soggetta ad errore in accordo con la distribuzione gaussiana dei possibili risultati della misura, e la deviazione standard potrà essere una buona stima dell’errore insito nella misura. Ma nel reame dell’Estremistan in cui le fluttuazioni possono anche essere estremamente grandi non ha più senso usare le curve di distribuzione gaussiana, che minimizzano fortemente i casi di deviazione estrema dal valore medio. Ecco che allora diventano migliori altri approcci matematici all’analisi del sistema. Purtroppo però in campo economico-finanziario vengono troppo spesso (per non dire esclusivamente) impiegati metodi statistici sbagliati, che tendono a minimizzare la possibilità di casi estremi (i cingi neri del titolo) ed ecco che allora quando si presenta un caso estremo siamo impreparati e succede il botto. In sostanza: secondo me questo saggio ha tanti meriti, mette il dito nella piaga (a chi non è capitato di ricevere proposte da banche o compagnie di assicurazioni in cui millantavano investimenti sicuri ed a richieste di chiarimenti in merito, si arrampicavano sugli specchi per dimostrare l’indimostrabile?), ma a conti fatti il tutto rimane un po’ troppo superficiale.
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