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La città italiana e i luoghi degli stranieri (XIV-XVIII secolo) - copertina
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Tra XIV e XVIII secolo, i flussi immigratorii e i conflitti tra gruppi nazionali, etnici e religiosi differenti hanno modificato le strutture architettoniche e urbanistiche delle più importanti città italiane.
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Dettagli

1998
11 settembre 1998
326 p., ill.
9788842055334

Voce della critica


scheda di Bianchetti, C. L'Indice del 1999, n. 05

La condivisione del medesimo spazio da parte di popolazioni diverse, il nomadismo, le ibridazioni tra modi di abitare appartengono alla città industriale almeno quanto al paesaggio sociale della città postmoderna. La mobilità rappresenta una categoria chiave della ricerca storiografica di quest'ultimo decennio e uno tra i più interessanti campi di indagine della demografia. Il volume a cura di Donatella Calabi e Paola Lanaro riunisce ricerche che si confrontano con la mobilità preindustriale osservandone le implicazioni sulle nuove forme di organizzazione dello spazio della città, situandosi all'interno di un più ampio programma di lavoro organizzato su "Gli stranieri e lo spazio fisico urbano". Venezia, Roma, Brescia e Verona sono assunti a casi significativi di un insieme di questioni di ampio respiro: la capacità di radicamento delle popolazioni; la forza d'attrazione di alcuni contesti territoriali; le strategie di accoglimento o di espulsione; la costituzioni di uno spazio etnico; i riflessi sui mercati immobiliari e sulle architetture; la visibilità o l'invisibilità che gli spostamenti generano sullo sviluppo materiale della città. Su questi aspetti si intersecano temi storici, antropologici, culturali e urbani, se è vero che lo straniero può divenire (con Simmel e Arendt), metafora non lineare della condizione urbana.

Cristina Bianchetti

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