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grande Film... sotto alcuni aspetti un po' curento, ma in fondo è quello che deve essere. Una bella storia, tratta la vera realtà di una paese pieno di contraddizioni.
Cidade de Deus (conosciuto come City Of God, ma personalmente preferisco il titolo originale) è un film terribilmente forte, bello e drammatico confezionato dal regista Fernando Meirelles, il quale non ha avuto tanta proclamazione dalla critica al tempo della sua uscita. Io, che in Brasile sono stato, avrei piacere che anche i giornalisti da "salotto" facessero un tour per le Favelas; e non solo quelle di Rio de Janeiro. Lo hanno attaccato come un "tipo che racconta favole" o che comunque non aveva trasportato l'autenticità della situazione criminosa (ad oggi non è cambiato proprio nulla, anche se la pellicola narra le vicende degli anni '60 e '70) presente in Brasile. Ma lasciando perdere i "supermen" del giornalismo cinematografico internazionale, questo film è da vedere non solo per comprendere la denuncia e il disagio di povertà che è successo e succede in sud America, ma anche per come ci viene narrato. La malavita con abiti griffati; la corruzione della polizia. Bellissima la prima parte del film quando racconta la fase storica cominciata nel 1960: le riprese, le scenografie sono tutte efficaci a percepire il disagio sociale ed ambientale. Inoltre Meirelles mostra la stagione dell'amore dei protagonisti e le loro difficoltà ad approcciarsi con il sesso; in particolare il rapporto mai consumato di Buscapè con Angélica. Gli attori, rigorosamente non professionisti fatta eccezione della bella e brava Alice Braga (che, comunque, grazie a questo film ha iniziato la sua scalata hollywoodiana) sono semplicemente perfetti nei rispettivi ruoli. Nell'opera c'è anche tanto splatter, quindi chi avesse difficoltà a reggere scene di sangue pesante, lo guardi con il telecomando in mano per velocizzare le scene più violente, ma sarebbe come mangiare un gelato senza zucchero e aroma: dove sta il gusto?
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