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La classe dei misteri - Joanne Harris - copertina
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classe dei misteri

Descrizione


Una scuola prestigiosa. Un passato oscuro. Nessuna via di scampo.

«Joanne Harris è infallibile. I lettori si troveranno inevitabilmente ammaliati dalla Classe dei misteri.» - The Independent

«Una scrittura di classe, sensibile e toccante, che rivela piccoli indizi e parziali soluzioni fino a un epilogo sorprendente.» - The Times

«Nella Classe dei misteri Joanne Harris eccelle, come sempre.»Sunday Times

«La Harris narra magnificamente ogni minuto della storia. Un libro squisitamente sinistro e assolutamente piacevole.» - Daily Mail

Al St Oswald, un prestigioso collegio per soli ragazzi nel nord dell'Inghilterra, sta per cominciare un nuovo anno scolastico. E, come ogni anno, i professori sono riuniti per festeggiare il rientro in classe. Ma stavolta l'anziano Donald Straitley, professore di lettere classiche, ha motivo di essere molto preoccupato: il nuovo preside è Johnny Harrington, un suo ex studente, già legato a una brutta storia. Tutta la scuola ne è affascinata, ma Straitley non si fida. E quando cominciano a verificarsi misteriosi episodi di violenza, il passato ritorna senza pietà. Solo l'anziano professore è in grado di fermare tutto questo. Ma via via che si avvicina alla verità, Straitley capisce di dover compiere una scelta. Fare giustizia o rimanere leale alla scuola cui ha dedicato la sua intera vita?
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Dettagli

2016
473 p., Rilegato
9788811672371
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Indice


Leggi l'intervista all'autrice a cura di Wuz.it

La celebre autrice di Chocolat, Joanne Harris, è tornata in libreria lo scorso novembre con La classe dei misteri. Il libro, sequel de La scuola dei desideri (2005), è ambientato nell'istituto maschile di St. Oswald, che il professore Straitley cerca di difendere dall'influenza distruttiva del nuovo rettore. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la scrittrice, da quasi trent'anni assidua frequentatrice dei primi posti delle classifiche internazionali.

La classe dei misteri ci riporta, a undici anni di distanza dal primo libro, nel collegio di St. Oswald. Cosa l’ha spinta a tornare su questa storia?

Ho scritto questo racconto ambientandolo un anno dopo La scuola dei desideri: un periodo di agitazione e turbamento su cui ho sempre avuto intenzione di ritornare. In primo luogo, sentivo che la storia di Straitley non si era conclusa; in secondo, essendo stata docente per quindici anni, ero molto interessata a parlare dell'insegnamento e delle situazioni o dei personaggi nei quali mi sono imbattuta.

Il protagonista è un uomo attaccato alla sua roccaforte, il villain qualcuno che tenta di sovvertire un ordine antico. A ben pensarci, è ciò che succede in Chocolat, a ruoli invertiti, e il tema della diversità, del cambiamento, dello scontro di pensiero è uno dei più presenti nei suoi libri…

Tutti i drama sono basati sul conflitto, in un modo o in un altro: è il motore che guida le storie in tutte le loro forme. Chocolat era una storia di conflitti sociali e religiosi; La classe dei misteri è una storia di conflitti personali; racconta di come siamo invischiati nei nostri stessi pregiudizi e del modo in cui possiamo davvero conoscere i nostri amici.

I suoi libri, ben venti negli ultimi ventisette anni, variano dalla narrativa, al fantasy, alla mitologia, al thriller. Qual è il genere con cui si sente più a suo agio?

Non penso che i miei libri appartengano a generi diversi: più che altro, a una collezione di idee e temi interconnessi, declinati in modi leggermente differenti. I temi degli esclusi, delle minoranze sotto pressione, dell'empatia, dell'identità, del folklore, della magia.

C’è invece un suo personaggio a cui si sente legata più degli altri?

Mi sento legata a tutti i miei personaggi: altrimenti non sarei stata in grado di scrivere di loro. Ma sono particolarmente affezionata a Roy Straitley, anche se non è stato amore a prima vista, non abbiamo molto in comune…

In che modo nascono i suoi romanzi? Da dove parte lo spunto, l’idea?

Dipende, ogni libro è diverso. L'idea viene dalla gente intorno a me, dai miei interessi, dalla mia vita e dalle mie esperienze, dalle notizie di attualità, dai libri, dalle conversazioni sentite in giro, da internet. Anche dai sogni. Lei è nata da padre inglese e madre francese, conosce entrambe le lingue e dai suoi romanzi (per esempio l’ultimo) si percepisce anche l’amore per il latino.

È d’accordo con l’affermazione che ogni lingua riflette una diversa versione del mondo? Qual è quella che ama di più?

Non ho una lingua “preferita”: hanno tutte ritmi e vocabolari diversi. Preferisco scrivere la prosa in inglese, la poesia in francese. Mi diverte parlare in tedesco, anche se trovo la poesia e la letteratura poco musicali. Mi piace ascoltare l'italiano, che capisco, ma che parlo molto male. Amo l'antico islandese: è davvero poetico, una lingua grafica con molte parole e concetti che non esistono da nessun'altra parte.

Il mondo dei libri di Joanne Harris è sfaccettato ma coerente. Alla base di ognuno, sia che parli di amore, di cucina o di letteratura, c’è la passione e il senso di condivisione. Quanto di tutto questo deriva dalle letture che ha fatto da bambina?

Leggere, pensare, fare esperienze. È difficile determinare da dove deriva, ma sono tutti elementi importanti. Da bambina facevo molte letture di tipo diverso: lo faccio ancora. Leggere è una parte essenziale dell'apprendimento che ci connette con il mondo e con persone che fanno cose molto diverse dalle nostre: e instaurare legami con le persone è, a sua volta, una parte essenziale dell'essere uno scrittore.

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Alberto
Recensioni: 4/5

Non è di facile lettura. Il susseguirsi di capitoli con differenti connotazioni temporali rende complicato l'avanzare ma è indubbiamente ben scritto e altrettanto costruito. J. H. è brava in qualunque ambito si cimenti e anche questa volta non ha deluso. Come non apprezzare e parteggiare per l'anziano prof di latino con le sue pungenti frecciate in lingua? Leggetelo. Forse qualcuno ha dato un voto in contraddizione con il proprio commento.

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Paola
Recensioni: 2/5

molto noioso e caotico, poco coinvolgente nella lettura dello scritto, poco piacevole

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Roberta
Recensioni: 3/5

Più che un romanzo a sè vero e proprio io lo considererei come una seconda puntata della saga "St Oswald"; o meglio, per restare nel tema proposto dalla Harris, una nuova partita a scacchi giocata tra le aule del collegio. Stessa ambientazione, stessi personaggi, stessa l'atmosfera polverosa e rarefatta del vecchio istituto scolastico. Cambia soltanto la vicenda principale, costituita però anche questa volta da vecchi episodi irrisolti e forte ambiguità dei personaggi. Il colpo di scena principale non si ha nel finale ma circa a metà della lettura, che risulta a mio avviso un po' troppo complicata a causa dei troppi nomi e personaggi coinvolti. Il voto finale è comunque medio perchè bisogna riconoscere alla Harris (che adoro) il merito di stupirci ogni volta con romanzi molto diversi tra loro, spaziando dal thriller al fantasy, dai romanzi rosa alle raccolte di saggi brevi e districandosi in ogni genere con grande maestria. Spero che l'avventura al St Oswald si concluda però qui perchè secondo me con questa seconda parte si sono già esauriti tutti i possibili risvolti e aggiungere altro sarebbe solo ripetitivo e noioso. Non credo che a distanza di mesi dalla lettura ricorderò granchè della trama, solo forse il Re bianco della situazione, l'anziano professore di latino Stratley con la sua toga sporca di gesso e la sua battaglia contro il progresso!

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Conosci l'autore

Joanne Harris

1964, Barnsley

Scrittrice britannica. Nata da madre francese e da padre inglese nel negozio di dolciumi dei nonni, è cresciuta a cibo e folklore. La sua bisnonna era una "strega" e una guaritrice. Tutto ciò è stato un ingrediente essenziale per lo sviluppo dei suoi romanzi. Ha studiato presso la scuola media di Wakefield e si è laureata presso il St Catharine's College di Cambridge, in Lingue medievali e moderne. Dopo la laurea si è dedicata all'insegnamento di lingua e letteratura francese.Il suo primo romanzo, The Evil Seed, è stato pubblicato nel 1989. Nel 1999 esce Chocolat (pubblicato in Italia da Garzanti con la traduzione di Laura Grandi), che l'ha resa famosa e che è diventato un film della Miramax, diretto da Lasse Hällstrom con Juliette Binoche...

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