L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Romanzo semplicemente meraviglioso ed originale, consigliatissimo!
Un bel libro scorrevole che si legge velocemente senza troppi pensieri. Alcune storie piu' intriganti e coinvolgenti di altre, nel complesso una piacevole esperienza di lettura
Libro piacevole , di evasione. Facile essere rapiti dai racconti di Salvador, il protagonista-spazzino-cantastorie dell'Aeroporto. Noi lettori siamo come i passeggeri che lo ascoltano, vogliamo saper come va a finire la storia. Spesso viaggiamo per liberarci la mente, per fuggire da qualcosa/qualcuno, per conoscere altre vite/situazioni, per crescere, per illuderci..... Salvador ce lo fa fare prima di partire.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Salvador Fuensanta, spazzino vedovo alle ultime settimane di lavoro, è un tipo gioviale che infonde fiducia, un po' filosofo un po' giullare, maestro dell'arte di attaccar bottone e regalare storie a puntate, sempre fingendo noncuranza, come per distrarsi in una pausa e socializzare un po'. Siamo in un'antica e nobile dimensione del narrare, dalle Mille e una notte a Boccaccio e Chaucer, ma qui la cornice non è l'alcova del sultano, la villa lontana dalla peste o il percorso dei pellegrini. Qui siamo in un luogo di passaggio per eccellenza: le sale d'attesa di un aeroporto. Spazio di soste forzose misurate da annunci e orari, spazio di contiguità casuali tra gente concentrata sul proprio viaggio o annoiata, ma anche spazio di parole, lette o scambiate. E Salvador, spiritello buono, riempie quel tempo di frontiera, con storie costantemente rimaneggiate, dov'è difficile dire quanto rimane dell'aneddoto vero iniziale, tratto spesso da vicende carpite alle porte d'imbarco oppure osservando i suoi bislacchi colleghi (come l'addetto alla sicurezza che ogni tanto compra il quotidiano di Francoforte anche se non sa il tedesco, perché è stato fidanzato con una ragazza di là e pensa che prima o poi la vedrà nella pagina degli spettacoli, dato che voleva fare l'attrice).
Con arguzia e compassione, più qualche affondo meditativo, l'addetto alle pulizie snocciola segretucci e tragediole, tra assurdo e fiaba, comica e spavento, con un pizzico di The Truman Show e a volte ilsapore fanfaronesco della leggenda metropolitana. Un ipersensibile vendicatore di torti che fugge in India verso un'impraticabile utopia. Un codice a segni per scambi di sesso anonimi e superveloci nei bagni. Una straniera colpita in volo da amnesia cui viene ricostruito un passato. Un club costosissimo che permette di realizzare qualsiasi capriccio, sempre che non interferisca con quello che gli altri vogliono per noi. Un sito internet dove si scambiano favori eccessivi, oltre ogni limite. La notizia confidenziale che il Giappone non esiste, è un marchio inventato dai cinesi dapprima per smerciare tecnologia, poi anche cucina e cultura (i capolavori letterari giapponesi li scrive un pennivendolo della provincia spagnola). Alla barista attuale, Salvador racconta della coppia dei ex baristi, stritolati da un congegno amoroso che li vedeva impersonare la notte il sogno erotico dell'altro e tenersi a distanza di giorno, finché la cecità li spinge a organizzare una cena a quattro, alla quale si recano ovviamente solo in due, non potendo sdoppiarsi anche lì, e il castello di carte crolla nel nulla.
Questo "operatore ecologico" si occupa, più che delle cartacce lasciate in giro, di un'ecologia immateriale: tener viva la curiosità di passeggeri e compagni di lavoro. Per questo spezza volentieri il racconto, lascia a mezzo la storia e la riprende più avanti. Il libro è così giocato sugli sviluppi a sorpresa, con una propensione per lo strampalato, sebbene Salvador assicuri di non amare la fantascienza, bensì "le storie di persone normali e comuni". Alla fine va in pensione e l'epilogo è esplicitamente dedicato alle forme e ai riverberi della finzione. La direzione dell'aeroporto si rivolge infatti all'agenzia "Perfiles", specializzata nel far impersonare da attori persone con il profilo perfetto per risolvere una situazione negativa. In questo caso, non c'è nulla di conflittuale: si tratta solo di non privare lo scalo di una presenza che migliora il clima di affiatamento e svaga i clienti, i quali hanno sentito parlare del saggio con la ramazza e vogliono conoscerlo.
Così, dopo un'accurata selezione psicoattitudinale, Marcelo Calvo sostituisce questa "attrazione gratuita" dell'aeroporto. Salvador gli insegna quel peculiare mestiere di cantastorie per tre giorni, poi sale per la prima volta su un aereo, in compagnia dell'edicolante signora Juana, da lui timidamente corteggiata, diretto a Roma in vacanza. Approfittando del turnover, gli sceneggiatori dell'agenzia "Perfiles" hanno ritoccato le novelle: alcune sono state eliminate perché non facevano abbastanza presa, altre, giudicate maschiliste, sono state rese politicamente corrette dalla commissione per le pari opportunità. Questa capriola finale autoironica è anche una professione di spontaneità nella finzione: in mezzo a tanto artificio, qualcuno ha una dote umana e quasi carnale per l'affabulazione. Il titolo originale del libro, "Cose che non accadrebbero mai a Tokio", è un ulteriore ammicco a tale paradosso, non solo per la dose di verve mediterranea necessaria, ma perché, come ci è stato chiarito, il Giappone non esiste: è un trucco pubblicitario.
Alberto Torres Blandina, nato a Valencia nel 1976, ha vinto con questo romanzo il Premio Las Dos Orillas (tra i cui promotori c'è l'editore italiano Guanda), bandito dal Salone del libro iberoamericano di Gijón, nel 2007, ma il romanzo è poi uscito solo nel 2009, insieme a quello successivo ("Bambini che cospargono un gatto di benzina", non tradotto in italiano). L'autore si è così doppiamente segnalato come una voce emblematica dell'ultimissima generazione spagnola, anche per la poliedricità del suo talento: è infatti autore di teatro, insegnante di letteratura e cantante del gruppo Niñamala, che propone un rock-punk malandrino, acustico e jazzistico, ma con ruvide infiltrazioni latine, tra tango e bolero, e si può ascoltare in internet (www.myspace.com/ninamalamala). Torres Blandina parte con un piglio scanzonato, ma non superficiale. Senza prendersi troppo sul serio, ma mostrando di saper leggere, scrivere e comporre. Molto più di una promessa.
Danilo Manera
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafetyibs@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore