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Bellissimo film.
Brillante come al solito anche qui Allen non ci risparmia risate
Film strettamente imparentato con Match Point, successivo di una quindicina d'anni; ma mentre quest'ultimo è retto dalle trame del caso, in Crimini e Misfatti il focus è sulle scelte dei protagonisti delle due storie parallele di cui si compone. Woody Allen lo dice esplicitamente, attraverso la voce di un filosofo: siamo determinati dalle scelte che compiamo. La conclusione che se ne trae non è per nulla ottimistica: il medico di successo commissiona l'omicidio dell'amante ossessiva e la fa franca, continuando a prosperare dopo una passeggera crisi di coscienza; lo squattrinato regista di documentari preferisce tener fede ai suoi principi, e manda all'aria un lucroso contratto pur di non dover filmare un ritratto agiografico di un grande produttore da lui moralmente disprezzato (suo cognato, per inciso) e, per la verità, un po' invidiato. Tutto questo è raccontato con la solita maestria, con ironia garbata e pungente e con grande intelligenza. L'incontro finale tra i due protagonisti sembra mettere un definitivo suggello di amara rassegnazione: le persone compiono il male, si portano appresso azioni spaventose, ma trovano giustificazioni, negano anche a se stesse, e possono andare avanti come e meglio di prima, perché non è sicuro che al delitto segua il castigo; al contrario, chi opera per il bene può essere toccato da un dolore per il quale non trova una causa. La scena finale riapre alla speranza: l'altro cognato del documentarista, il saggio rabbino che sta diventando cieco ma non per questo rinnega il suo amore per Dio, sta danzando con la figlia che si è appena sposata, mentre le parole del filosofo ci ricordano che molte persone, nonostante tutte le difficoltà, si sforzano di trovare un senso alla nostra presenza nell'universo indifferente, e lo fanno attraverso le scelte morali di ogni giorno.
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