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Anno edizione: 2025
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«Gian Marco Griffi ci ricorda che la sperimentazione letteraria può essere immensamente divertente e per nulla professorale.» - Filippo La Porta, Repubblica
«Ultimamente registro un calo di attenzione quando leggo libri o vedo film anche belli. Con Griffi invece no, anzi il problema è che poi domani ho da fare e non posso andare avanti. Griffi non solo surfa, ma fa surfare il lettore.» - Dario Voltolini, La Lettura
«Un romanzo dove tutto degredisce: il viaggio verso il significato non porta al centro, non scarta, non sfronda, non cerca l'origine e il nocciolo ma è, invece, uno sconfinamento che serve ad accogliere tutte le versioni possibili di un fatto.» - Simonetta Sciandivasci, Tuttolibri
«Dobbiamo essere gentili in questo mondo oscuro».
Immaginate un mondo in cui Asti è il centro del mondo. Immaginate un vecchio libro su cui ogni possessore ha lasciato tracce di sé: disegni, commenti, locandine, le regole di un gioco esistenziale inventato da Mary Shelley e dalla sua cerchia, l'indirizzo di uno sfuggente Ufficio delle redenzioni. Immaginate un ragazzo, Arturo Saragat, oppresso dal rimorso per non aver saputo opporsi al male quando sarebbe stato necessario, che a quel libro si affida per riorientarsi nella vita, smarrendosi invece ancor più. Immaginate una Storia in cui Mussolini non è stato fucilato ma ha finito i suoi giorni in esilio, allevando asini a Pantelleria. Poi immaginate nostalgici rievocatori del fascismo, un console maniaco del golf, una lobby di dentisti assassini, sette eretiche, mariachi, terre esotiche e terre desolate, chiromanti, una fabbrica di meravigliosi globi miniati e una donna ultracentenaria dal fascino struggente. È solo una piccola parte di quello che troverete in Digressione.
Dall'autore rivelazione di Ferrovie del Messico, un infinito, vertiginoso romanzo di formazione, d'amore e di avventura che ci restituisce una visione a volte compassionevole, a volte insostenibile, del nostro tempo.
Digressione è un romanzo che vuole raccontare, nientemeno, «tutto ciò che esiste, più una parte cospicua di ciò che è esistito e non esiste più, di ciò che esiste pur non essendo mai esistito, e di ciò che non esiste, non è mai esistito e mai esisterà»; e naturalmente, per fare questo, tenta di usare tutte le parole che esistono, più una parte cospicua di quelle che sono esistite e non esistono più, di quelle che esistono pur non essendo mai esistite, e di quelle che non esistono, non sono mai esistite e mai esisteranno. Come nella famosa intro dei Simpson in cui l’intero universo e l’intera storia dell’universo precipitano in un’unica molecola della pelle della zucca gialla di Homer; come in quell’accenno di Borges ai collegi dei cartografi che, insoddisfatti di aver disegnato mappe di singole province estese quanto un’intera città e mappe dell’impero estese quanto un’intera provincia, crearono una mappa dell’impero che dell’impero aveva la stessa estensione e con l’impero coincideva esattamente; come nel racconto di Arthur C. Clarke in cui la compilazione della lista dei nove miliardi di nomi di Dio, affidata da certi monaci tibetani a un supercomputer, provoca la fine del mondo, con i nove miliardi di stelle del cielo che si spengono a una a una: così in questo romanzo l’universo poético y pintoresco immaginato da Gian Marco Griffi fin dai suoi primi libri, ed esploso come un big bang narrativo in Ferrovie del Messico, continua inarrestabilmente a espandersi e a moltiplicarsi, viaggiando a forsennata velocità verso i limiti della letteratura. Tutto è Digressione, e Digressione è tutto; poiché, come dice Calixto Escalera Del Pilar, «laberintero inmortal», la vita stessa altro non è che «un’immane digressione nel tragitto che dal grembo materno conduce spietatamente alla tomba». Greta Bertella e Giulio Mozzi
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mi dispiace ma non sono andata oltre pag. 10. Non ci capisco niente. Ho dovuto interromperlo se no sarei caduta nel blocco del lettore. Forse avrei bisogno di una chiave di lettura
Ecco un caso in cui secondo me l'importanza dell'opera e il mio divertimento come lettore coincidono, e sono entrambi elevatissimi. Digressione è un romanzo mondo sotto tutti i punti di vista, anzi un romanzo universo, scritto da dio. Potrei segnalare almeno 50 dei 73 capitoli, perché sono tutti lavorati alla grande, tutti bellissimi, ma mi voglio soffermare sul capitolo 18, nel quale ci viene mostrata l'ucronia: Mussolini non è stato fucilato. Qui c'è un triplice svolgimento dell'ucronia; 1) non serve solo a immaginare un mondo dove Mussolini è sopravvissuto. Serve a sminuire il mito della Storia. Mostra che il corso degli eventi è fragile, contingente e dipende da dettagli risibili. Serve a esplorare il tema centrale del romanzo: il peso delle scelte mancate e dei percorsi non intrapresi. Non è mostrata attraverso un evento epico, ma attraverso il fallimento e la farsa. L'ucronia nasce da un'incompetenza (i mitra che si inceppano), da una burocrazia kafkiana (la catena di telefonate) e da un'interferenza poetica e assurda (la rana temporalesca). 2) serve a studiare l'anima di una nazione. Serve a dissezionare, con il bisturi della satira, il carattere italiano: il trasformismo, il qualunquismo, l'incapacità di prendere decisioni drastiche, la geniale follia burocratica. 3) L'assurdità delle ucronie collettive (gli asini sacri, il film) serve a far risaltare la concretezza drammatica e umana di un momento personale, quello del protagonista. La Storia con la S maiuscola cede il passo alla storia con la s minuscola di un ragazzo e delle scuse mancate a un compagno di classe. Qui Griffi ci mostra non soltanto l'ucronia in tutte le sue salse, e ci mostra anche il dietro le quinte dell'ucronia, che è molto più comico e illuminante dell'ucronia stessa. Credo che tutti dovrebbero leggere Digressione.
Metto questo romanzo al pari di grandi romanzi postmoderni. Ma qui c'è di più ancora. Si parva licet? no, chissenefrega, la scrittura di Griffi è grande, questo romanzo è grande.
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