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Ho guardato questo film la sera tardi, praticamente notte, in realtà il tempo migliore per entrare in partecipe "vibrazione" con lo stato d'animo del protagonista, con la sua "notte dell'anima", colma dell'angoscia di chi si accorge di stare morendo della morte più terribile, che non è lo scemare delle energie fisiche, ma il deterioramento progressivo della mente. Non avendo letto il racconto non posso fare confronti, ma i film devono tradurre la letteratura nei loro codici, e ho trovato azzeccati gli scorci della nostra città così deserti, silenziosi, immersi in un'atmosfera rarefatta, spazi aperti che fungono da consolatorio contrappeso all'opprimente spazio chiuso abitato dal medico, buio e disadorno come il suo mondo interiore. Particolarmente emozionanti le riprese nel cimitero ebraico, dove le pietre scolpite dall'uomo sono invase, ma anche accarezzate, da una natura vitale e indomita destinata a prevalere su di esse, come è giusto che sia, Anche di altre opere dell'uomo, che consideriamo più durature, come i testi sacri e le lettere in cui sono scritti, ancora più ricchi di suggestione quando l'incomprensione li sovraccarica di mistero, prima o poi resterà nulla, una volta riassorbite nella danza cosmica. Ma resta aperta, nel film, la domanda se al di là di tutto, negli spazi bianchi che il protagonista cita, cioè in quella realtà ben più vasta che non riusciamo a cogliere perché fa da sfondo a tutto ciò che temporaneamente percepiamo, pensiamo e sperimentiamo, sussista la vera origine del senso delle cose, l'essere divino, o il nulla. E qui ognuno si darà la sua risposta.
Recensioni
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Trama
Tutto è scritto negli spazi bianchi, tra una lettera e l'altra. Il resto non conta. Una fredda mattina d'inverno, il dottor Fleischmann (letteralmente uomo di carne), si trova ad affrontare l'inizio di una progressiva perdita di memoria. Inizia così l'apologo, in un'atmosfera onirica dove realtà e finzione sembrano intrecciarsi e a tratti confondersi. Il protagonista, un uomo di scienza, si ritrova immerso suo malgrado in un universo, quello della malattia, dominato da misteriosi rapporti tra il destino e le vicende biologiche e fisiologiche che regolano la vita. Il film è tratto dall'omonimo racconto di Giorgio Pressburger.
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