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Film del 1965 tratto da un romanzo nipponico, che viene qui proposto ottimamente restaurato e doppiato in lingua italiana. Mi è piaciuta tantissimo questa ennesima gemma del grande Kurosawa. Esso rientra tra quei pochi film a cui conferisco cinque stelle, quei film che ritengo valga la pena acquistare e conservare, film che, anche se raccontano storie di miseria, malattia e morte, mi lasciano dentro una sensazione positiva. Com'è possibile ciò? Perché, come questo di Kurosawa, in mezzo alle tenebre, ci sono film che fanno intravedere la luce. Aggiungo che questa pellicola andrebbe proiettata in tutte le Facoltà universitarie di Medicina e Chirurgia, così da far comprendere agli studenti cosa significhi non "fare" il medico, ma "esserlo"; far capire che la tomba della medicina è il razionalismo senza ragione e lo scientismo senza scienza. Stupenda è in essa la figura del Dottor Niide, detto "Barbarossa", che nei dialoghi offre al telespettatore molte occasioni di riflessione. Il regista riesce a cogliere con grande sensibilità il dramma di ogni ammalato e soprattutto il fatto che "...dietro le malattie, c'è la tremenda infelicità degli uomini". Altro elemento degno di nota è il tema della morte. L’Occidente ha ormai un tal rifiuto della morte da spingerci persino a fingere che non esista. La civiltà post-cristiana non l'accetta, ha finito per relegarla a un fatto strettamente privato, una dolorosa (e fastidiosa) pratica da archiviare prima possibile e ciò ha procurato enormi danni psicologici, creando individui fragili e impreparati all’ineluttabilità di essa. Al contrario, qui Kurosawa, da perfetto uomo dell'Estremo Oriente, ci fa dire da "Barbarossa" che "nella vita degli uomini la morte è l'evento più solenne" ed ogni uomo non dovrebbe mai essere lasciato morire nella solitudine. Un film di grande bellezza che racchiude storie di disperazione e penitenza che hanno molto da dire e insegnare a noi smarriti uomini dell'Occidente post-moderno.
finalmente una versione restaurata, tratta di un giovane medico che imparerà a conoscere il dolore umano, non è un capolavoro ma sicuramente piacerà agli amanti di Kurosawa
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