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Questa mia traduzione è nata nelle circostanze seguenti. Nel ’37, Leone Ginzburg e Giulio Einaudi mi proposero di tradurre “A la recherche du temps perdu”. Accettai. Era folle propormelo e folle fu da parte mie accettare. Fu anche, da parte mia, un atto di estrema superbia. Avevo vent’anni. Non avevo mai tradotto niente. Ero, allora, nello stesso tempo spavalda e insicura. Essendo insicura cercavo delle sicurezze. Proust e la “Recherche” mi attraevano fortemente (ne avevo sentito parlare in casa) ma ne avevo un idea confusa e non ne avevo letto una sola riga. Quanto a Giulio Einaudi e a Leone Ginzburg, non so cosa li abbia spinti ad affidarmi quella impresa immane. era un’apoca in cui a volte si progettavano cose folli. leone Ginzburg certo si riprometteva di aiutarmi e, finché gli fu possibile, lo fece. Le prime cinquanta o sessanta pagine del primo volume di “Du coté de Chez Swann”, io le ho tradotte sotto il suo controllo. Ma lui aveva molto da fare per conto suo e gli mancava il tempo di seguirmi. Poi è morto. Così dovetti tirare avanti da sola. (Natalia Ginzburg)
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Non utilizzerò molte parole, per descrivere lo stupore che mi ha suscitato questo libro straordinario. Proust è riuscito, con mia infinita meraviglia, a dare una forma scritta a sentimenti e sensazioni che sono racchiuse all'interno dell'animo umano e che solo un genio di tale statura poteva decodificare in parole scritte. Magnifico.
ho scelto di dare questo giudizio perchè il libro (estremamente bello) nella prima parte (circa le prime 80 pag) è un pò noioso ma appena si inizia a raccontare di Swann l'atmosfera cambia. le frasi diventano più reali, le situazioni si fanno palpabili, i personaggi ci affascinano con i loro pensieri e finalmente si capisce perchè Proust è un grande scrittore e viene sempre inserito in tutte le antologie con aimè quel pezzetto noisissimo dell'autore che usa 5 pagine per descrivere il giro del biscotto nella tazzina. nella "seconda parte" del libro i vaghi ricordi dell'autore cedono il posto alla descrizione della reltà vera che anche noi possiamo vivere e che ci avvolge fino all'ultima pagina del libro con le emozioni che proviamo tutti, decritte però da un grande artista della parola!
Nel periodo de l'Impressionismo gli artisti pretesero di rappresentare i fatti non com'erano ma come gli apparivano, cercando di descrivere le impressioni che glie ne derivava (da qui il nome). Esprimendosi - così me li figuro, faccio l'espressionista anch'io - con una mano con la quale tenevano la penna o il pennello e con l'altra che si tenevano la testa nello sforzo struggente di interiorizzare la realtà rappresentandone meticolosamente le suggestioni. Furono i cantori di una società vecchia, sazia e sfinita che da lì a poco sarebbe stata spazzata via. Estenuato, estetizzante, privo di nerbo e chiuso in se stesso, l'Impressionismo porterà la poesia a morire nell'ermetismo, la pittura a impazzire nell'astrattismo e la musica colta a liquefarsi nella atonalità. Nella pittura gli artisti più rappresentativi furono Degas, Monet, Cortot e Renoir, nella musica colta Debussy, Satie e Ravel, fra i poeti Verlaine, Baudelaire e Mallarmé mentre Marcel Proust lo sopra gli scrittori. Pur se frutto della cultura del tempo, la Ricerca proustiana è un capolavoro assoluto, un modello letterario originalissimo e un'opera inimitabile. Tutto questo non soltanto perché oggi non è neanche immaginabile che uno possa accingersi a un'opera tanto monumentale (è in otto libri, o sette quando, come nel volume che ho appena finito di leggere, i primi due, Dal lato di casa Swann e Un amore di Swann, vengono accorpati), quanto perché si tratta di una 'riflessione' che è il ritratto attento, completo, minuzioso e profondo - in quanto filtrato dalle impressioni dell'artista - dell'essenza di un'epoca. Per visione di vita, pulsioni e modo di scrivere lontanissimi sono l'uno dall'altro Proust e Balzac. I due che provenivano da situazioni familiari assai diverse vissero in periodi storici differenti. Quanto Balzac è ruvido, sanguigno e popolaresco tanto Proust è aristocratico, sottile e raffinato, tuttavia la Ricerca richiama l'imponente vastità della Comedie Humaine, e in entrambe le opere i personaggi, che sia qui che lì vivono con tutti i seg
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