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Ha qualche anno il libro, ma è ancora attualissimo. Chi è dipendente o pensionato non può evadere un euro, anche se lo volessero. Per cui, direbbe Lapalisse, l'evasione è degli autonomi, degli artigiani, dei professionisti, di chi non è dipendente. Livadiotti dimostra con tutta una serie di grafici, tabelle, studi che il popolo interessato all'evasione fiscale vota alla grande il partito berlusconiano, o, al massimo, i suoi alleati. E che tutte le politiche ventennali di quel movimento sono state fatte con l'obiettivo di aiutare i propri elettori. L'unica cosa che non mi convince è l'accusare tutto il popolo delle partite Iva di evasione fiscale. Sicuramente le norme astruse di qualche ministro di centrosinistra che le ha tartassate alla grande ha fatto sì che al momento del voto premiassero più il centrodestra, ma fra le partite iva la maggior parte di quelle giovani sta quasi alla fame. Poi una considerazione: visto che un idraulico, un elettricista, un imbianchino e altri artigiani si guardano alla grane nell'emettere fatture, perché non si comincia ad invogliare il cliente a chiederle, magari con uno sconto fiscale come quello applicato ad esempio sulle ristrutturazioni edilizie? E lo stesso vale per tutto il settore sanitario dove sempre più spesso viene offerto pagando in contanti uno sconto pari al 19%, pari al rimborso sulla successiva dichiarazione dei redditi. E infine, una riforma a costo zero: si diminuisce subito la possibilità di pagare in contanti a 500 euro per un anno e a 250 dal successivo.
Da leggere nelle scuole
Recensioni
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“Il fisco italiano conosce
per nome e cognome 518
contribuenti che dichiarano meno
di 20.000 euro l’anno di reddito
ma possiedono un jet privato.
Eppure non li fa arrestare.
Questo libro rivela perché.”
Il fisco conosce per nome e cognome tutti
coloro che non pagano le tasse scavando ogni
anno un buco di 180 miliardi nel bilancio
dello Stato. Con i dati di cui dispone potrebbe
stanarli subito, costringendoli a restituire
quanto hanno rubato alla collettività. E sarebbe
così in grado di abbassare la pressione fiscale
sui contribuenti onesti. L’evasione è il cancro
della nostra economia. Ma basta passare
in rassegna le leggi che dovrebbero combatterla
per capire che in Italia la lotta a un fenomeno
senza uguali in altri paesi è solo una farsa.
Il sistema è congegnato proprio per consentire
ai contribuenti infedeli di non rischiare nulla.
Perché i ladri di tasse sono anche elettori.
E votano compatti come nessun’altra categoria.
Perciò, sono protetti da una potentissima
lobby politica. Che ha il suo zoccolo duro
nel centrodestra. Livadiotti lo dimostra svelando
chi ha scritto, proposto e votato quelle leggi
che lasciano certezza di impunità agli evasori.
Il lavorio di Berlusconi & Co. ha dato i suoi frutti:
uno studio condotto in esclusiva per questo
libro fa vedere come l’evasione sia sempre
salita con i governi di centrodestra e scesa
quando a comandare era il centrosinistra.
E la lobby che ha fatto gli interessi dei contribuenti
infedeli ha ottenuto il suo tornaconto. L’analisi
dei flussi elettorali dal 1994 al 2008 dice che
il voto degli evasori è sempre stato alla base
dei successi di Berlusconi. Fino al 2013,
quando i ladri di tasse sono passati armi
e bagagli con Beppe Grillo.
Scandalo nello scandalo, la casta della politica
ha concesso un formidabile privilegio ai suoi
rappresentanti in parlamento. Se un comune
mortale guadagnasse quanto loro, la sua aliquota
media arriverebbe al 39,4.
Quella di Lor Signori è appena del 18,7 per cento.
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