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L’epopea di un’influente famiglia persiana i cui destini s’intrecciano alla storia del suo popolo, una saga che fa vivere dall’interno e capire le trasformazioni cruciali di un Paese al centro degli equilibri mondiali, negli anni che vanno dallo sbarco sulla Luna alla fine della guerra con l’Iraq, dal regime dello scià al post-Khomeini.
«Con il fascino affabulatorio di un antico cantore persiano e attento alla storia contemporanea, lo scrittore iraniano Kader Abdolah ne La casa della moschea ci racconta di una famiglia persiana e di un intero popolo, dallo scià al post-Khomeini. Dall'edizione di Iperborea, Emons ha tratto un magnifico audiolibro letto da Lino Musella» - Left
“Ho scritto questo libro per l’Europa,” afferma Kader Abdolah. “Ho scostato il velo per mostrare l’Islam come modo di vivere... un Islam moderato, domestico, non quello radicale.”Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sembravano tante 71 tracce per circa 14 ore di ascolto. Poi, troppo in fretta, mi sono ritrovato a sentirne la mancanza durante il tragitto giornaliero di andata e ritorno in auto dal lavoro. Un libro senza tempo che attraversa il tempo. Un romanzo poetico prima ancora che storico. La piccola storia delle persone nella grande storia della società. “La casa della moschea” è da ascoltare e assaporare immaginando di sorseggiare un the con datteri cullati dalla voce avvolgente di Lino Musella. Per poi magari leggerlo su carta.
Recensioni
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Nel 2017, all’indomani della strage sul Ponte di Westminster, un quotidiano titolò: “L’Islam ci rifà la festa”. Per chi ignora quanto vario, contrastato e conflittuale sia il mondo musulmano e l’interpretazione di quella religione, per chi volesse finalmente scoprire quanto sia insulso (eufemismo…) generalizzare scambiando qualche manipolo di fondamentalisti per “l’Islam”, un consiglio di lettura: il romanzo – non recentissimo – dell’iraniano Kader Abdolah La casa della moschea (512 pagine, 18,50 euro) edito da Iperborea. O il meno impegnativo ascolto dell’audiolibro, ora nel catalogo-novità della Emons (durata 13h 51min, 15,90 euro in cd o 9,54 in download) che s’è affidata all’interpretazione dell’attore napoletano Lino Musella.
All’ombra della “casa” si consuma nella città di Senjan una saga familiare che attraversa il sanguinoso passaggio dell’Iran dal regime filoccidentale dello scià Reza Pahlavi a quello teocratico dell’ayatollah Ruhollah Khomeini. Di terrore in terrore. Il protagonista principale, il mercante di tappeti Aga Jan, vive intanto con devozione e sofferenza la sua fede mite nel Corano. Un testimone dello scontro tra moderati e integralisti che non appartiene soltanto a quella religione, peraltro segnata da una secolare faida tra sciiti e sunniti. Nella seconda metà del “secolo breve”, dunque, la Storia di una rivoluzione e di un Paese si compie pretendendo, ancora una volta, uno spaventoso tributo di vite umane. Quattro mura contengono un mondo intero: «Il dolore avvolgeva la casa come un chador nero – sono alcune righe del romanzo – Nessuno parlava, nessuno piangeva, nessuno rompeva il silenzio, ma c’era qualcuno che salmodiava incessantemente”.
Kader Abdolah è lo pseudonimo di Hossein Farahani, intellettuale persiano costretto all’esilio da rifugiato politico nei Paesi Bassi per la sua narrazione della ferocia del sistema. Scià o ayatollah, poco importa. La denuncia politica, comunque, rappresenta una missione collaterale per Abdolah che affida a La casa della moschea un altro scopo: «Ho scritto questo libro per l’Europa – spiega nella prefazione – Ho scostato il velo per mostrare l’Islam come modo di vivere. Un Islam moderato, domestico, non quello radicale». Nella postfazione al libro edito da Iperborea, invece, la traduttrice e docente universitaria Elisabetta Svaluto Moreolo sottolinea “l’urgenza di Abdolah di rendere testimonianza a sé stesso e allo spirito di Aga Jan, che vive in lui, della propria storia e di quella dell’Iran, così indissolubilmente legate”. «Scegliendo di narrare le vicende politiche e religiose del suo Paese – aggiunge la studiosa – riesce magistralmente nel suo obiettivo… in un’opera di grande respiro, un’autentica epopea individuale e corale. È il nitore dei ricordi e della scrittura che li traduce sapientemente in racconto a permettere al lettore di muoversi tra le mura di una casa in parte sospesa nel tempo, in parte calata nella storia».
Recensione di Gerardo Marrone
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