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Nelle 6 lettere scritte a una studentessa l’A. spiega l'umanesimo scientifico: ibridazioni cultura-natura, scienze-tecniche nella relazionalità con altre discipline, discutendo l’idea di autonomia delle scienze/tecniche: le questioni scientifiche-politiche non sono separate/distinte. SI vedano le nozioni di deviazione (metis) e di composizione, generanti ambiguità anche nell’azione. Le tecniche sono un progetto non un oggetto (sociotecnico). Si va dall’interlocuzione (epideixis) alla dimostrazione (apodeixis): eloquenze fondate sull’evidenza. Inutile inventarsi la polemica distinzione razionale/irrazionale, moderno/arcaico, sistematico/improvvisato. Il cosmogramma aiuta descrivendo le relazioni tra umani e non, le cui condizioni di esistenza si esplicitano progressivamente quando vengono messe alla prova dalle dispute. La bottega artigiana mostra le tecnologie intellettuali che metamorfosano attività concrete in astratte. Una pax scientifica sta nell’evitare il trascendente della Ragione nell'operativo discernimento caso per caso. Sul carattere empirico, pratico e strumentale si deciderà la sorte dell’umanesimo scientifico con un pubblico che possa dire cogitamus e calcolemus. Ma gli esperti e i politici fingono di agire solo dietro la spinta dei fatti o della Scienza (o matters of concern).Rapporti di significazione non di causalità, in uno spazio immaginato,nel reale intreccio, fuori dalla apriori continuità del mondo, nelle grandi narrazioni: 1) emancipazione e modernizzazione nella progressiva estensione della natura ove leggi universali sostituiscono le credenze soggettive; 2) di attaccamento e implicazione della progressiva scomparsa della distinzione tra il mondo dei soggetti/oggetti, nell’intreccio tra il governo degli uomini/cose. Siamo al grande ritorno delle cose, degli affari, delle dispute, la casistica generalizzata che trasforma gli antichi temi naturali in argomenti di contesa risolvibili senza scorciatoie: è auspicabile il ritorno della Politica.
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