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Raymond Dujeux è l’unica guardia nel carcere militare in un paesino della Loira: c’è un solo prigioniero. Sarebbe un posto tranquillo, non fosse per quel cane che continua ad abbaiare sul piazzale. E’ il 1919, e un ufficiale, il maggiore Hugues Lantier, giudice del caso, va a interrogare in cella il prigioniero, il caporale Jacques Morlac, un uomo coraggioso, decorato in guerra, eppure responsabile di un’infrazione. E non ne è pentito. Rifiuta ogni possibile giustificazione offerta da Lantier. Il cane ha seguito Jacques in battaglia, nelle trincee, e ora lo aspetta davanti alla prigione: tace solo alla presenza del giudice. Kaiser è un animale docile, si lascia accarezzare e mostra di gradire le attenzioni di Lantier. E’ una storia surreale: il prigioniero vuole una condanna quanto il giudice desidera un’assoluzione. Per molte pagine ci sono schermaglie senza dire nulla, che fanno apparire la storia noiosa e irritante: sembra che Rufin voglia proporre un indovinello ai lettori. Lantier pone domande sul cane, sull’incontro fra Morlac e l’ex fidanzata Valentina, ma non sul reato x cui Jacques è detenuto: è un giudice piuttosto improbabile. I personaggi sono reticenti in modo fastidioso, come l’autore. Il cane sembra essere il nucleo centrale della storia, ma non si viene mai al punto: esasperante. Rufin sfiora soltanto il tema dell’insubordinazione durante il conflitto, dei movimenti operai pacifisti e antimilitaristi, della rivoluzione russa. E’ un riassunto semplificato della guerra dalla parte dei soldati: patimenti, confusione, ordini insensati; è una sofferenza uguale per i combattenti di tutti gli eserciti. Morlac è sul fronte orientale, e il cane, benvoluto da tutti, è una scusa x fraternizzare, ma Kaiser non lo sa e ama solo il padrone. Diviene così una metafora dei soldati in guerra: anche loro devono obbedire ciecamente agli ordini. E’ un raccontino semplice, pacifista e moralista, noioso, come tutte le storie narrate in modo indiretto.
Ottima lettura: snella, asciutta, significativa. Ricorda molto i romanzi brevi di Simenon.
Mi e' piaciuto moltissimo.L' ho consigliato al mio amico con il quale scambio i titoli dei libri letti, sono sicuro che sara' promosso a pieni voti anche da lui .
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