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Colori in fuga - Elisabetta Motta,Fabio Pusterla - copertina
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Colori in fuga - Elisabetta Motta,Fabio Pusterla - copertina
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Descrizione


"Il buio è privazione di luce, di colore; di speranza totale, che non fa male, pesa, e non è indifferenza ma assenza di rimpianto od attesa; allo scuro svanisce la nozione di passato e futuro e resta muto un mutilo presente: un presente incosciente." (Fabio Pusterla). Con una prefazione di Claudio Scarpati.
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Dettagli

2011
29 settembre 2011
133 p., Brossura
9788877992963

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alida airaghi
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Un modo decisamente particolare,e originale, di avvicinarsi alla poesia di Fabio Pusterla, attraversandola tutta, dalle origini agli esiti più recenti: Elisabetta Motta scandaglia la produzione del poeta ticinese attraverso le tracce lasciate nei suoi versi dai colori,dalla luce,dall'ombra e dal buio che, come afferma l'autore "non possono sottrarsi al significato simbolico e morale che si è su di loro cristallizzato nella storia umana". Quindi l'azzurro e il verde richiamano la vitalità e il dinamismo della natura, il bianco la luminosità e il rigore dei paesaggi invernali elvetici, il rosso e il giallo il calore e la passionalità, il grigio nelle sue varie sfumature la trasparenza o l'oppressione, il nero ovviamente la morte e il lutto, il contrasto e il silenzio. "Colori in fuga" che si inseguono nel mondo cromatico di Pusterla, che li ritiene importanti per penetrare nella comprensione della sua scrittura: "Esistono nella loro complessità, talvolta nella loro lotta serrata; e forse manifestano ai miei occhi la sfuggente, bellissima e terribile contradditorietà del nostro esistere". Attraverso l'individuazione e l'analisi dell'utilizzo dei colori nei versi del poeta, Elisabetta Motta enuclea i temi fondanti e ricorrenti del suo corpus letterario: aderenza alla poetica degli oggetti, conservazione della memoria, resistenza all'omologazione, accettazione del disagio del vivere, recupero del dialogo tra l'io e il mondo, attenzione all'aspetto psicologizzante o metaforico del paesaggio, riflessione sulla morte e sulla violenza della storia, partecipazione al reale nella sua quotidianità, denuncia ecologica. Una poesia degli affetti,inoltre, che sa farsi coscienza civile e partecipe al destino di ciascuno e di tutti, anche attraverso la frequentazione assidua di nomi fondamentali della letteratura e dell'arte, come testimoniano i sei saggi finali dello stesso Pusterla, che cita pittori, scrittori e fotografi rivisitati con percettiva e acuta sensibilità.

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Fabio Pusterla

1957, Mendrisio

Laureato in lettere con Maria Corti all'Università di Pavia, insegna al Liceo Cantonale di Lugano. Ha diretto l'edizione critica delle opere di Vittorio Imbriani e pubblicato saggi, traduzioni, volumi di versi. Caratterizzata in partenza da un forte influsso espressionista (come ha notato Pier Vincenzo Mengaldo), ma con venature più pacate che la inseriscono nella tradizione anceschiana della Linea lombarda (Giorgio Orelli e Vittorio Sereni), la poetica di Pusterla è andata sempre più avvicinandosi a una poesia dal forte contenuto civile (si veda in particolare Folla sommersa), mentre l'esperienza di traduzione legata strettamente a Philippe Jaccottet lo ha portato a una sempre maggior attenzione agli oggetti del quotidiano, alle vite e cose dimenticate (Cfr. Le...

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