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I complessi non hanno solo caratteristiche patologiche, ma sono manifestazioni vitali normali, necessarie per un sano sviluppo della psiche e per tutte quelle acquisizioni che segnano le fasi cruciali della vita individuale. Essi costituiscono la struttura dell’inconscio, che a sua volta è la matrice della coscienza, e influiscono in modo positivo sia sul polo psicosomatico inferiore della maturazione e dello sviluppo vitale, sia sui processi creativi di natura spirituale. Questo libro colma una grave lacuna elaborando una teoria generale dei complessi che offre all’analista esperto, così come al principiante, una visione d’insieme della loro diagnosi e terapia.
Recensioni
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scheda di Baldisserotto, E., L'Indice 1994, n. 2
Primo tra i libri di Hans Dieckmann, analista junghiano di fama internazionale, ad essere tradotto in Italia, "I complessi" viene a proseguire e ampliare l'originaria teoria di Jung, in merito alla struttura della psiche, concepita tra il 1904 e il 1911. Il "complesso a tonalità affettiva" è per Jung un insieme di immagini coagulatesi intorno a un nucleo archetipico e legate da un medesimo tono emotivo. Esso è per lo più inconscio, ma dotato di un grado relativamente alto di autonomia, tale da renderne legittima l'assimilazione a una "personalità parziale", la cui carica energetica, se eccessiva, può coartare la libertà dell'Io, dando luogo alla malattia psichica. Nel suo studio Dieckmann, con l'ausilio di vari esempi clinici, perviene all'esplicitazione della struttura complessuale, dell'intricato reticolo interconnettivo tra i complessi e delle loro relazioni con l'Io. Egli fornisce al lettore quegli elementi che, in sede analitica, permettono di elaborare la diagnosi dei complessi genitoriali positivi e negativi, oltre che le indicazioni terapeutiche indispensabili a promuovere nel paziente un processo di trasformazione, a partire dall'esperienza della polarità rimossa del proprio complesso dominante.
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