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L’istituzione di borghi franchi fu, nei secoli XII e XIII, una delle vie preferenziali scelte dalle città dell’Italia centro-settentrionale per imporre la propria giurisdizione nel contado. Gli abitanti di questi insediamenti – molto spesso fondati ex novo dai comuni cittadini – erano sottratti al controllo signorile e sottoposti a un rapporto di sudditanza piena al regime politico della città. Non tutti i comuni urbani ricorsero tuttavia con egual propensione alla fondazione di borghi franchi. Questo diverso atteggiamento fu dovuto a difficoltà obiettive di alcuni comuni, troppo deboli per imporsi nel contado con atti di forza indubbiamente drastici e risolutivi, oppure fu motivato da deliberate scelte di modelli politico-istituzionali alternativi alla fondazione preordinata di villenove dotate di franchigie e all’affrancazione di villaggi preesistenti? Lo studio di alcune subregioni pedemontane permette di cogliere i diversi atteggiamenti del comune cittadino riguardo ai problemi della politica territoriale, del popolamento, dei movimenti migratori, dell’assetto insediativo urbano ed extraurbano, ma anche di osservare la reazione signorile di fronte all’irruenza e alla provocazione della «città-repubblica».
scheda di Castelnuovo, G., L'Indice 1988, n. 9
In questa raccolta di articoli, in gran parte già pubblicati, l'autore indaga il ruolo svolto da due comuni subalpini - Vercelli e Alba - nel riassetto territoriale della regione, nel riordino del popolamento e nell'evoluzione urbanistica di taluni centri insediativi, principalmente tra il XII e il XIV secolo. Nei primi saggi si constata come la volontà di controllo del contado da parte di Vercelli si traduca, a partire dal 1197, in una coerente politica di fondazione di borghi franchi. Tali insediamenti, che spesso raggruppano la popolazione di vicini centri precedentemente sottomessa a un signore da cui viene così affrancata, permettono al comune, dominato da lignaggi di tradizione signorile e vassallatica, un diretto controllo su parte del contado vercellese, inducendo al contempo la popolazione rurale della zona a una maggiore mobilità territoriale. Nel formare un suo distretto comunale Alba agisce in modo parzialmente diverso. Meno potente di Vercelli e diretto da famiglie borghesi e mercantili più che da lignaggi aristocratici, il comune albese tende a controllare il contado tramite la concessione del cittadinatico a intere comunità rurali, nelle quali il dominio signorile, senza essere annullato, passa in secondo piano rispetto ai diritti fiscali e giuridici comunali; anche se il caso di Cherasco, Villanova fondata da Alba nel 1243, (proprio l'anno in cui Vercelli affranca i rustici e le comunità rurali del proprio contado) ricorda come le strategie di controllo del territorio, punto centrale di questa ricerca, non possano mai essere considerate univoche.
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