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Nel 1978 quando l'originale era ancora dattiloscritto Edoardo Sanguineti scrisse per il "Corriere della sera" una recensione dell'edizione francese delle Conferenze psicoanalitiche di Groddeck tradotta da Roger Lewinter. Oggi il lavoro di Sanguineti fa da introduzione all'edizione italiana di quella raccolta di quaranta scritti del 1916-17 precedenti quindi la stesura dell'opera più matura e famosa di Groddeck Il libro dell'Es del 1923. Le conferenze erano destinate ai pazienti del Sanatorium la clinica che Groddeck fondò a Baden Baden chiamati a impratichirsi con il nascente concetto di psicosomatica e a collaborare attivamente con il medico nella ricerca del senso simbolico dell'accadere somatico. Gli impertinenti discepoli ribattezzarono subito la struttura Satanarium. Secondo il fondatore della medicina psicosomatica il fatto che una malattia abbia o no veramente uno scopo simbolico non importa se "questa ipotesi aiuta l'uomo a guarire e gli facilita la vita"; è lo slancio l'entusiasmo che non senza qualche ingenuità guida il medico e viene sollecitato nel paziente. Groddeck pensa che possa capitare per esempio di ammalarsi per mancanza di coraggio nell'affrontare persone o ostacoli e il medico in questo caso debba esortare "a procedere sulla proprie gambe a farsi adulti". Lavorava sulle malattie come manifestazioni vitali per lui preziose alleate nella ricerca di offrire spazio e opportunità di espressione alla voce dell'Es la potente radice profonda dell'inconscio. È un crescendo di convinzione che si fa strada nella sua mente in questi due anni: la quarantesima e ultima conferenza del 23 maggio 1917 illustra come l'Es possa devastare il corpo e di quattro giorni dopo è la lettera che propone a Freud l'allargamento della competenza psicoanalitica al trattamento dei disturbi somatici.
Anna Viacava
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