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Un piccolo gioiello di poesia post ideologica. Houllebecq non si pone il problema di porsi a nudo svolazzando da par suo sulla miseria umana. Indigeribile solo per chi sermoneggia di politica corretta e e null’altro.
Queste "Considerazioni dell'ultima riva" mi sono parse piuttosto banali, sia dal punto di vista contenutistico sia formalmente. Il volume è scandito in cinque sezioni, in cui l'autore sermoneggia un po' su tutto: sui destini del mondo, sull'invecchiamento e sulla morte, sul sesso e soprattutto sul suo taedium vitae. E lo fa servendosi dello stile più tradizionale e scontato, rispettando noiosamente una metrica martellante e collaudatissime rime, inframezzando lirica e prosa, cantilene e finte provocazioni, volgarità e anatemi ideologici. Ci troviamo quindi a leggere versi e meditazioni imbastite di un trito nichilismo filosofico ("Niente è riparabile dai viventi, / Niente dopo la morte sussiste"). Qua e là fluttua un didascalico paternalismo, che si manifesta in perle di saggezza da Baci Perugina: "Quelli che hanno paura di morire hanno anche / paura di vivere". Houellebecq esprime una desolazione che nemmeno l'incanto della natura ha il potere di consolare, tanto le sue visioni risultano retoriche. Persino il sesso (nell'originale sezione "Memorie di un cazzo") non offre più alcuna salvezza, soffocato da misoginia, trivialità, monotonia. Le rare tenerezze sono riservate a poche affettuose presenze di un passato familiare, ma descritte in toni volutamente dimessi, quasi rassegnati: "Sento contro la mia la tua pelle, / Me ne ricordo, me ne ricordo / E vorrei che tutto ritornasse, / Sarebbe bello". In conclusione, queste Considerazioni più che dell'ultima riva paiono dell'ultima spiaggia, perché proprio così sembra volersi descrivere l'autore, in patetici e ribaditi autoritratti, quasi costringendosi a un accorato lascito testamentario che rifiuta a se stesso e al mondo qualsiasi possibilità di riscatto futuro. "...la mia vita continuerà / Per qualche anno ancora / In compagnia del mio cagnolino /...In questi anni che precedono immediatamente la morte".
Orribile...peggio di sottomissione
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