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Descrizione


Umanissimo e saggio, sapientissimo e deluso, Andrea Zanzotto prosegue nel suo ineguagliabile percorso poetico, frustrato dalla contemporanea demenza diffusa e portando con sé un irrinunciabile desiderio di sublime; o meglio, con un sorriso ironico e autoironico, di "sublimerie". Nell'estasi del luccicante kitsch pervasivo della nostra rumorosissima epoca, cerca ancora abbandoni e amati silenzi, è ancora capace di aspettare e invocare il fiorire di un "maggio [...] che trabocca d'invenzione", o di cercare il più elevato senso di una "beltà" ideale. È, insomma, ancora vitalmente lacerato dagli opposti e dunque capace d'indignazione e amore. Tutto questo in virtù della sua mente poetica, della sua strenua fiducia nella capacità di osservazione e penetrazione acuta che offre la poesia, l'"ostinazione di quell'ipnosi chiamata poesia". Non c'è dubbio: non si è spenta, in Zanzotto, la voglia di potersi aggirare nel verde dei suoi colli con il senso di armonia serena e malinconica del poeta elegiaco, o di spingersi verso più elevate e gelide vette, mosso dal "sentimento di un eterno vero". Ma il solo gelo reale che oggi avverte è quello del nulla di un mondo che brucia solo di "commerci", dove "le notti fremono di ladri e di ghiacci", e dove, in fin dei conti, solo "nelle immondizie" potrà trovare "tracce del sublime / buone per tutte le rime".
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Dettagli

2009
13 ottobre 2009
201 p., Brossura
9788804591801

Valutazioni e recensioni

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Hamm
Recensioni: 5/5

Ma sì, leggete bukowski. Se avete meno di 18 anni, però: ci troverete tante sbronze, tanta freschezza, tante donne, tanti cavalli. Che palle. Se però siete maggiorenni e siete innamorati della letteratura, del linguaggio, della natura umana e inumana, allora godetevi andrea zanzotto, il miglior poeta italiano del '900.

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Giancarlo Tramutoli
Recensioni: 2/5

Volevo sommessamente dire, avendolo avuto in mano un mesetto, che questo "Conglomerati" è una solenne, indigesta, pallosissima opera. Non sorprende che dall'agonizzante critica italiana è stato definito un capolavoro. E' una lettura utilissima (piena di avverbi: i nemici di ogni poeta appena decente)per capire cos'è il modello accademico vigente (con le sue finte sperimentazioni e trombonesche variazioni. E questo è un poeta che rischia il Nobel. Per disintossicarvi leggetevi il freschissimo "Cena a sbafo" di Charles Bukowski. E stappate una bottiglia di Aglianico del Vulture.

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Andrea Zanzotto

1921, Pieve di Soligo

Andrea Zanzotto, nato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, nel 1921, è stato uno dei grandi poeti del nostro tempo, ma meglio ancora si potrebbe definire uno dei grandi della letteratura del Novecento, in ambito non solo italiano. La sua opera è stata pressoché integralmente pubblicata da Mondadori, fin dal 1951, dunque dal suo primo esordio, avvenuto con la raccolta poetica Dietro il paesaggio. Dopo le verticali accensioni liriche dei primi libri, Zanzotto si è spostato verso una direzione più aperta e "sperimentale", come in La beltà (1968), che ne ha affermato la centralità nel panorama poetico contemporaneo. Altri due momenti importanti della sua opera sono quelli della poesia in dialetto, soprattutto in Filò e nella "trilogia",...

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