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La conoscenza del cibo. Dalla preistoria ai cibi di Frankenstein
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Descrizione


La fantascienza aveva previsto che l’Homo sapiens sapiens con l’avvento delle tecnologie avrebbe subito una sorta di mutazione, diventando l’Uomo Cibernetico. Le facolta’ psichiche superiori sarebbero state arricchite dall’elettronica tanto da produrre una nuova specie, che avrebbe convissuto con un’altra specie, propria dei paesi non occidentalizzati, rimasta piu’ o meno allo stadio del Sapiens. L’Homo Technologicus si sarebbe adattato al nuovo ambiente culturale, per essere a sua volta dominato dai transistor. Il computer, le avventure spaziali, le nuove tecniche di guerra e di ricerca, la conquista dell’atomo e del genoma hanno certamente modificato, in una parte dell’umanita’, le abitudini di vita e ne hanno condizionato anche l’alimentazione. Si e’ visto infatti che le abitudini alimentari mutano sotto l’impulso del tempo e delle mode; nascono, scompaiono e si ricompongono. L’atto del mangiare e del bere si e’ costantemente evoluto, a partire dalla dieta alimentare dell’uomo preistorico. Non e’ piu’ quello che conserva la sola sopravvivenza, ma nei millenni e’ divenuto un elemento culturale. Si e’ espresso nel simposio, nel convivio e nel banchetto degni antenati ricchi, ma anche negli alimenti piu’ comuni e poveri delle campagne. Si e’ giunti infine a pensare il cibo concepito come un insieme di sapori, odori e colori, che ne rappresentano l’anima. Eppure, la rivoluzione tecnica moderna ha portato con se’ il fast-food, il pasto sbrigativo e privo di sentimento, sempre uguale e scontato, con la polpetta, l’insalata e le patate fritte. Vi e’ stato persino l’avvento dei cibi transgenici, frutto di tecnologie ingegneristiche che uniformano i sapori e perfino le forme. Nell’universo dei computer e dei fast-food, che Benjamin R. Barber chiama il “Mc Mondo”, l’America della “Pepsi Generation” cerca di imporre in ogni parte del globo i suoi prodotti. Non e’ raro vedere i neri sudafricani seduti in un Kentucky Fried Chicken alle prese con cibi anonimi, tutti di gusto standardizzato, e che bevono Coca Cola. Questa bevanda e’ divenuta il leader mondiale dei soft drink ed ha invaso persino la Cina, tentando addirittura di soppiantare il the. Si ‘deve’ bere la Coca Cola, anche se lascia assetati, per sentirsi “forti, sportivi, intelligenti, atletici, sexy e piu’ giovani…”. Anche la nuova Russia impazzisce per le traduzioni per lo piu’ pirata di fantascienza e si polizieschi, tutti rigorosamente americani. nella sua letteratura di oggi rimane ben poco, se non fosse qualche ingenuo e accattivante volume, stile ‘Libro del cibo salutare e delizioso’. Questo avviene proprio la’, nella terra di Tolstoi e di cecov, la’ dove Mc Donald’s cerca di invadere la ristorazione servendo carne russa ma imponendo uno stile alimentare che la rende irrilevante. Tuttavia, ora sembra che l’uomo vada lentamente riappropriandosi dell’arte di cucinare. Riaffiora lo stile di vita post-moderno, che e’ la filosofia della nostalgia, del desiderio di antiche felicita’ e della riscoperta di gusti e aromi troppo in fretta dimenticati. Se si volge lo sguardo intorno, si vedra’ la folla premere nelle sagre paesane, profumate di funghi e tartufi, luccicanti di polenta e salsicce, odorose di pesce fritto e di fumanti carni sulle braci. Torna il piacere della tavola, lenta, genuina e meditata ed il desiderio della conoscenza del cibo. La conoscenza non e’ solo arte gastronomica, ma anche scoperta del valore funzionale e nutrizionale del cibo, dei suoi poteri medicamentosi, delle necessita’ alimentari durante le varie fasi della vita, ed infine dei disturbi metabolici connessi agli errori dietetici. Nello stesso tempo vanno considerati e contrastati numerosi pregiudizi. Sono luoghi comuni da sfatare che le uova nuocciano al fegato, che le carni di pollo nutrano meno di quelle rosse ‘che fanno sangue’, che l’olio sia meno grasso del burro, che il vino rosso faccia buon sangue e la birra faccia latte, che il sale e l’acqua facciano ingrassare, mentre i grissini e i crackers farebbero dimagrire e cosi’ via. Non e’ dato sapere le origini di queste singolari stramberie, ormai confutate dalla moderna scienza dell’alimentazione. Forse sono il frutto della tradizione medievale, che riuniva in un’unica corporazione i cerusici, i flebotomi e persino i barbieri. O sono piu’ modestamente il retaggio di credenze contadine, cui ancora molti si rifanno e fra questi persino alcuni medici. Se cio’ fosse, non si comprenderebbe perche’ sia scomparsa dalla farmacoterapia la triaca, composta di serpenti velenosi e considerata fino al 1880 la panacea di molti mali. Ma tutto passa e si evolve. Il serpente era il simbolo di Ascepio, dio della medicina. Ma il mitico rettile, travolto dalle conoscenze scientifiche insieme ai pregiudizi della dieta, giace ormai relegato solo nelle insegne dei medici e dei farmacisti.

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2002
1 gennaio 2002
239 p.
9788849119107
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