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Il consenso naturalmente sufficiente espresso in assenza della forma canonica e la sua convalidabilità - Cristina Giuliano - copertina
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Il consenso naturalmente sufficiente espresso in assenza della forma canonica e la sua convalidabilità
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Descrizione


Lo scopo di questo lavoro e analizzare il concetto canonico di "consenso naturalmente sufficiente" quando esso e espresso in assenza della forma canonica e approfondire le circostanze della sua convalidabilita. Si esamina, inoltre, lo status giuridico di un matrimonio in cui almeno una delle parti e un cattolico ed e tenuto alla forma canonica, celebrato davanti a un ufficiale civile o a un prete non cattolico senza la legittima dispensa dalla forma canonica. La questione e se la fattispecie considerata si possa far rientrare nel prescritto del canone 1160 del Codice di Diritto Canonico del 1983 e, anche in questo caso, se tale convalidazione semplice di un matrimonio nullo per assenza di forma sia una vera convalidazione o una prima celebrazione sic et simpliciter. La complessita della presente ricerca consiste nelle questioni dottrinali e giurisprudenziali ancora irrisolte e l'obiettivo e quello di formulare una soluzione plausibile al problema. www.giubal.it
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Dettagli

2017
24 gennaio 2017
252 p., Brossura
9788892321298

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Facriwa
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Fabrizio Biondi ha recensito: Libro estremamente interessante e attento alle problematiche di uno degli istituti, quello del matrimonio, forse tra i più discussi e controversi in fatto di legislazione sotto i dettami del diritto canonico. L’Autrice si concentra in questo libro sul consenso naturalmente sufficiente e la sua convalidabilità. Si parla di matrimonio soprattutto in varie forme e termini legali, sia in caso di nullità del vincolo, che di matrimonio invalido, inesistente o canonico. La legislazione in questo caso offre varie interpretazioni quando eventualmente viene a mancare la forma canonica del vincolo, e quindi diventa necessario approfondire le circostanze della sua convalidabilità. Numerose e controverse sono ancora le interpretazioni riguardanti i dettami imposti dal diritto canonico in riguardo a questa materia, e l’opera che ci propone l’Autrice, riguarda ampiamente tematiche ancora lontane dall’essere risolte, concentrandosi attivamente su eventuali soluzioni di concreta applicabilità a queste annose controversie.

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facriwa
Recensioni: 5/5

Teodoro Russo ha recensito: Per ora un primo approccio sommario. L'opera si presenta di indubbio valore. Un contributo certamente pregevole, a cui dovranno fare riferimento i cultori della materia e tutti coloro che amano ampliare le proprie conoscenze. Si coglie subito la passione per l'argomento da parte dell'Autrice, oltre alla indubbia competenza professionale. Ritornerò, per questo, alla lettura del testo. Voglio solo dire, in questa occasione, che il dilemma posto dall'Autrice costituisce il fondamento di ogni sistema giuridico. Di quello ecclesiastico, col diritto canonico, e di quello dello Stato italiano: la forma o la sostanza ? i fatti o gli atti ? Qualcuno, che di solito ha frequentato le aule giudiziarie, ha sintetizzato così il problema: >. Da questo è facile capire che "sorvolare" sul mancato rispetto del "rito" (la forma che la legge prescrive) equivale a negare l'intero ordinamento giuridico e, ciò che è ancor più grave (soprattutto a volte per il cosiddetto "apparato", o, se si preferisce "le istituzioni"), negare il ruolo e le funzioni di coloro che Platone definiva "i guardiani dello Stato". Il "consenso" al matrimonio, quindi, cui fa riferimento l'Autrice, qualora non osservi la "formalità canonica" è fuori dall'ordinamento giuridico (canonico). Possono accettare "i guardiani" dell'ordinamento tale trasgressione, rispetto al loro ruolo e alla loro funzione ? E (per equilibrio concettuale) che fine farebbe l'ordinamento e le istituzioni se, ad esempio, la Comunità-statale e sociale desse comunque "riconoscimento" al "consenso naturalmente sufficiente" ma privo della regolarità della forma ? L'Autrice perdonerà senz'altro questa mia digressione, e per questo la ringrazio fin d'ora, complimentandomi ancora per aver arricchito il campo della saggistica.

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