Venezia. Fabrizio Dacol, il presidente di una cooperativa di trasporti acquei, viene trovato morto nel suo ufficio. Un colpo di pistola in pieno petto. Sembra un caso semplice, quasi banale: l’attività di Dacol muove molto denaro nella città lagunare (ogni giorno di più), e questo, si sa, è un buon movente. Ma l’indagine si complica presto, trasformandosi in un intrico di piccoli interessi, di affari dubbi, di frasi non dette e di confessioni reticenti. Un intrico tipicamente veneziano, in cui il vicequestore Castaldi riconosce la consistenza liquidadella sua città. E se a un certo punto rischierà seriamente di perdersi, sarà proprio la sua conoscenza dei fili che tessono quella strana rete di relazioni, unita al suo intuito, a fargli trovare la via d’uscita. )
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