Conte e Mattarella come Eraclito e Parmenide. L'uno, in eterno divenire: da presidente del Consiglio per caso a "giustiziere", novello Conte di Montecristo, di Salvini; da ribaltatore di maggioranze a primus solus grazie al virus. Sempre più su. Fino a quando? "Durerò fino al 2023", ha risposto Conte non appena saputo il risultato delle regionali. L'altro, sempre uguale a sé stesso, rappresenta al meglio l'unità nazionale. In solitudine davanti all'Altare della Patria. Fianco a fianco del Presidente sloveno davanti alla foiba di Basovizza. Silenzi cantatori. Lo studio di due personaggi così diversi che hanno finito per intendersi.)
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