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Il continente diviso. Storia dell'Europa dal 1945 a oggi - William I. Hitchcock - copertina
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Descrizione


A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, l'Europa ha vissuto enormi cambiamenti sociali, ideologici e politici. Sono state proprio le distruzioni umane e materiali prodotte dalla guerra a spingere i popoli del continente ad una rottura radicale con il proprio passato, ad indurli a trasformare questo spazio geografico da contenitore di Stati in antica rivalità e costante competizione tra loro in un laboratorio in cui si vanno sperimentando nuove forme di stabilità, tolleranza, democrazia e prosperità. Nelle quattro parti in cui è suddiviso il volume, Hitchcock analizza il ruolo giocato dagli europei di fronte al predominio americano e sovietico e le sfide opposte da leader come de Gaulle, Brandt, Thatcher e Mitterrand alle due superpotenze.
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Dettagli

2003
28 novembre 2003
655 p., Brossura
9788843027170
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Indice

Ringraziamenti/ Introduzione/ Parte prima. L'immediato dopoguerra/ 1.La mezzanotte tedesca: la divisione dell'Europa nel 1945/ 2.Costruire Gerusalemme: il governo laburista in Gran Bretagna,1945-51/ 3.La democrazia contrastata: Francia, Italia e Germania Ovest,1944-49/ 4.Oltre la cortina di ferro: il comunismo al potere, 1945-53/ Parte seconda. Il boom/ 5.I miracolosi anni cinquanta/ 6.I venti del cambiamento: la fine degli imperi europei/ 7.La speranza tradita: gli anni di Chru??ëv, 1953-64/ 8.La tentazione gollista: l'Europa occidentale negli anni sessanta/ Parte terza. I ribelli/ 9.L'Europa e i suoi malcontenti: il 1968 e gli anni successivi/ 10.La rinascita del Sud: la transizione verso la democrazia in Spagna, Portogallo e Grecia/ 11.Le crepe nel Muro: l'Europa dell'Est dal 1968 al 1981/ 12.Rule, Britannia! L'era Thatcher/ Parte quarta. L'unità'/ 13.Le rivoluzioni europee: 1989-91/ 14.Le spoglie della Bosnia/ 15.Chi è europeo' Razza, immigrazione e politiche della divisione/ 16.L'inafferrabile Unione europea/ Note/ Bibliografia/

Voce della critica

In tempi di Europa unita, può essere interessante analizzare secondo quali criteri i singoli stati del Vecchio continente abbiano adattato le proprie politiche alle esigenze della modernità e alle trasformazioni della scena internazionale durante il secondo dopoguerra. In questo studio comparato dei vari contesti nazionali, ciò che William Hitchcock rileva è un "conservatorismo fondamentale della politica europea", riscontrabile, a suo dire, fin dai primi anni dopo il conflitto, con una troppo timida defascistizzazione. L'attenzione si concentra peraltro solo sugli stati più importanti, con il risultato che Romania, Albania e altri paesi sono quasi del tutto assenti dal quadro dell'analisi; anche la Scandinavia è piuttosto trascurata. La prima parte, con l'ampia panoramica sulla "pulizia etnica" e sugli stupri dell'Armata rossa in Germania e nei paesi dell'Est, è molto accurata. Si segnala però una certa discontinuità nei giudizi: è vero che l'autore offre pagine di buon livello intorno all'affermazione comunista nell'Europa orientale, o alla politica di Gorbacëv, ma, per fare un esempio, è anche vero che liquida le denunce di Simone de Beauvoir circa la permanenza delle truppe statunitensi in Europa come "cavilli tipici di intellettuali alienati". La ricerca nel complesso si snoda tuttavia con indubbia linearità espositiva. Questa la conclusione di Hitchcock: l'Unione Europea, per il momento, è ancora una finzione, a causa delle persistenti divisioni fra gli stati, di un certo "malessere nella sfera politica" e di una grave carenza di legittimazione democratica per quel che concerne le nuove istituzioni.

Daniele Rocca

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