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Contro l'etnopsichiatria. Elementi di critica psicoanalitica applicati all'intercultura
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Di cosa soffre, realmente, un africano? Cosa lo angustia intimamente? E cosa succede a un cinese, a un sudamericano, a un ucraino? Il loro è un dolore simile a quel che può ossessionare un europeo o un nordamericano? È un malessere che risponde a una medesima disposizione soggettiva, che dipende da una comune causalità oppure no? Oppure... Quale rapporto insomma sussiste tra la forma in cui una patologia si manifesta, la sua supposta sostanza e, infine, il modo in cui un sintomo viene letto e ricondotto a un senso? È lecito ipotizzare che quanto in una data cultura si ritiene fonte di malessere, non lo sia in un'altra e viceversa?
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Autore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2016
In commercio dal:
1 gennaio 2016
Pagine:
Brossura
EAN:
9788862780513
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Paola La Grotteria
26 aprile 2020
Il libro di Angelo Villa e Fabio Tognassi sembra scritto a metà da un antropologo e a metà da un sociologo, in cui le teorie proposte non sono le caratteristiche delle comunità studiate dall'antropologia o le società studiate dalla sociologia ma hanno un'ottica che fa da unione, un filo rosso di matrice psicoanalitica: il soggetto, il proprio inconscio e la propria soggettività non hanno matrice sociale, il disagio è distinto solo per ciascuno con i propri legami e relazioni di appartenenza, che comporranno in modo decisivo la loro vita, come un occidentale, come un africano, come un cinese. Essere quindi "senza patria", ma tutti bisognosi di essere riconosciuti e amati.
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