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Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni - Tito Boeri,Vincenzo Galasso - copertina
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Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni
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Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni - Tito Boeri,Vincenzo Galasso - copertina
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Descrizione


L'Italia è una delle società in cui il sostegno delle famiglie ai giovani è più forte e in cui la permanenza dei figli tra le mura domestiche è più lunga. Ma il risultato di questa condizione eccezionale è che proprio gli italiani, sono fra tutti i paesi sviluppati, il popolo che più sta agendo contro i giovani. Si assiste alla più massiccia redistribuzione di risorse dalla generazione dei figli a quella dei genitori di cui si abbia traccia in epoca recente. In poco più di dieci anni abbiamo raddoppiato il nostro debito pubblico e promesso pensioni molto generose, nonostante il calo della fertilità e l'allungamento della vita: su ogni giovane italiano oggi gravano 80.000 euro di debito pubblico e 250.000 euro di debito pensionistico. Lo abbiamo fatto non tanto per costruire infrastrutture, migliorare la qualità dell'istruzione o dei servizi, ma per pagare pensioni di invalidità, creare posti pubblici spesso inefficienti, concedere baby pensioni e pensioni di anzianità, cedere alle pressioni di rappresentanze di interessi specifici e di breve respiro. Questa combinazione di altruismo privato e di egoismo pubblico è diventata un freno molto forte alla crescita del paese e rappresenta una pesante ipoteca sul nostro futuro. La soluzione, secondo Boeri e Galasso, potrebbe dipendere, prima di tutto, dal coraggio dei quarantenni di oggi. Per questa generazione è arrivato il momento di imboccare la strada delle riforme nel mondo del lavoro, delle professioni, dei servizi e del welfare.
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Informazioni dal venditore

Venditore:

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Dettagli

2009
Tascabile
162 p., Brossura
9788804585299

Valutazioni e recensioni

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Maurizio
Recensioni: 1/5

Fui interessato moltissimo a leggere questo libro, poichè riguardava un problema che a me personalmente interessa dato che sono di classe 86. Tuttavia il libro l' ho trovato un' occasione mancata e soprattutto non ha centrato nel pieno il problema. In Italia i giovani non stano male perchè sono stati concessi privilegi ai genitori o perchè sono bamboccioni, o almeno non è questa la prima causa. Il vero problema è che in Italia non c' è proprio opportunità per un giovane. I salari sono bassi, il lavoro vero è quasi inesistente, l' istruzione fa schifo, ci stiamo mangiando settori economici importanti come il manufatturiero e l' agricoltura, un tempo fonti di lavoro, campiamo coi contratti a progetto e altro.Questo è il rpoblema non le pensioni ai nostri genitori, dato che il 60% delle pensioni erogate dall' INPS sono inferiori ai 700 euro, nè che ci sono troppi dipendenti statali dato che Francia, Germania e Gan Bretagna ne hanno di più.

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michele68
Recensioni: 5/5

“Contro i giovani” è una sorta di compendio rispetto a “Meritocrazia” di R.Abravanel e “Il fattore D” di M.Ferrera, entrambi di pubblicazione successiva e da me letti: rappresenta forse una sorgente autorevole e competente dalla quale è possibile sia stato preso spunto per sviluppare più dettagliatamente alcune tematiche specifiche messe già in luce da Prof.Boeri e Prof.Galasso. Mi sono piaciuti lo stile e la sintesi con cui hanno trattato argomenti inerenti al welfare state in Italia, in particolare: una politica sociale rivolta finora prevalentemente verso le generazioni più avanti con gli anni a discapito di quelle più giovani; il peculiare familismo italiano, parallelo al consociativismo, entrambi effetti di tutta una serie di concause, tra le quali la sterilizzazione del senso civico; la mancanza di proficue interazioni generazionali; l’arida realtà delle rendite di posizione; e altri ancora, ai quali non hanno mancato di proporre bozze di soluzione (Boeri tra l’altro è coordinatore del sito lavoce, vedetta da cui viene monitorata con competenza la politica economica). Ritengo degno di citazione anche l’ultimo capitolo, dove non vengono risparmiate fondate critiche alla conduzione dell’amministrazione della Cosa Pubblica in Italia, sulla base anche di quello che è riportato nelle pagine precedenti, da parte di una classe politica sempre più orientata a mantenimento e consolidamento del potere acquisito. Giudizio personale: adatto a chi è propenso a rischiare nei limiti del lecito, superando tutte le remore a lasciare ormeggi sicuri ma spesso inerti, a riformare liturgie sviluppate all’epoca industriale incongruenti nell’attualità, a recuperare il senso civico sublimando familismo e corporativismo a favore di una società aperta e mobile; rivolto ai quarantenni come me, che stanno attraversando gli anni che dovrebbero essere i più fertili, e a tutte le giovani e i giovani che hanno di fronte un futuro per lo studio, per il lavoro e per formare una famiglia.

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Lorenzo
Recensioni: 1/5

Premetto che del libro ho letto solo alcune parti, ma trovo l'impostazione assolutamente fuorviante. Si parte da un problema reale, quello della miseria economica e sociale della generazione giovane contemporanea, per attribuirlo in un certo senso a presunti privilegi di una generazione anziana conservatrice e gelosa. Il solito trito e ritrio argomento che mira a contrapporre le generazioni come se il vero problema fosse quella di un sperequata distribuzione di risorse tra giovani e vecchi. Nulla di più errato. Il problema è il capitalismo e in particolare il neo-capitalismo basato sul perseguimento ossessivo dell'abbassamento dei costi del lavoro, tramite l'aumento della precarietà e dei contratti atipici a bassa aliquota contributiva. Il problema è la mancanza di una politica industriale forte, di un intervento pubblico mirato a sostegno delle imprese nazionali. Il problema è il predominio della speculazione finanziaria sull'economia produttiva. Le pensioni dei nostri padri impariamo a difenderle, perché la loro forza contrattuale va di pari passo con quella di noi giovani lavoratori e non è affatto contrastante.

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Tito Boeri

1958, Milano

Figlio dell'architetto Cini Boeri e fratello di Sandro e Stefano, rispettivamente giornalista e architetto. Si è laureato in economia nel 1983, presso l'Università Bocconi dove attualmente insegna; nel 1990 ha ottenuto il dottorato in economia alla New York University. Nell'università milanese, è stato il primo professore a introdurre un corso interamente in lingua inglese.Professore di economia presso l’Università Bocconi di Milano, direttore scientifico della Fondazione Rodolfo Debenedetti e del Festival dell’Economia di Trento, fondatore del sito www.lavoce.info e founding editor di www.voxeu.org. Coordina inoltre la rete di siti nata in Europa sulla scia di queste esperienze. È stato senior economist all’Ocse a Parigi e consulente...

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