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Recensioni Il convitto

Il convitto di Serhij Zadan
Recensioni: 5/5

Potente atto conclusivo di un viaggio nelle pieghe più profonde dell'Ucraina orientale, Il convitto dispiega davanti ai nostri occhi una guerra che l'Europa ha già dimenticato.

«Fondamentali e sovversive le considerazioni sulla lingua, il mescolarsi, sottolineato dall'autore, del russo e dell'ucraino, come per dire, le identità sono un'invenzione, un modo di rappresentarsi. E del resto, nel corso di questo viaggio, anche il protagonista reinventa se stesso. Un romanzo, appunto, esistenzialista» - Wlodek Goldkorn, Robinson

Potente atto conclusivo di un viaggio nelle pieghe più profonde dell'Ucraina orientale, "Il convitto" dispiega davanti ai nostri occhi una guerra che l'Europa ha già dimenticato. Un giovane insegnante vuole riportare a casa il nipote tredicenne che vive in un convitto. Il fronte si avvicina e la scuola in cui la sorella ha lasciato il ragazzo non è più sicura. Attraversare la città richiede un'intera giornata e il ritorno diviene un'odissea rabbiosa scandita dai posti di blocco e dai fuochi gialli che lampeggiano all'orizzonte. Le mitragliatrici rantolano, le mine esplodono. Truppe paramilitari, cani randagi che appaiono come fantasmi tra le macerie, un'umanità apatica che brancola disorientata in un paesaggio urbano apocalittico, dove ogni gesto di malinconica fratellanza e il senso di responsabilità si stagliano con luminosità commovente.)
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