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Alcuni punti sono stati per me veramente illuminanti.
In questo volume Illich sfiora a volo d'angelo una varieta' di argomenti tra cui: educazione, salute, lavoro e ambiente mostrando un notevole poliglottismo a livello tematico. Alcuni dei punti toccati nel testo sono oggi inevitabilmente parte del "gia' sentito", d'altra parte il libro sta per compiere 50 anni. Rimangono attualissime le considerazioni sulla scuola e del divario presente tra educazione istituzionale ed educazione come personale percorso di crescita e di scoperta di se'.
Esiste un " equilibrio multidimensionale" della vita umana. In ciascuna delle sue dimensioni, esso corrisponde a una " scala naturale". Quando un' attività umana esplicata attraverso strumenti (attrezzature produttive e istituzioni, macchinari ed educazione, giustizia, medicina..) supera una certa "soglia", dapprima si rivolge contro il proprio scopo, poi minaccia di distruggere l'intero corpo sociale. Da servitore, lo strumento diventa despota :superata la soglia, la società diventa sviluppo indefinito e obbligato, consumo forzoso, polarizzazione del potere, frustaziine; proliferano come un tumore maligno, l'istituzione industriale determina un incessante aumento di costi e domanda, e genera non benessere ma una generale diminuzione dell'essere. Occorre individuare dove si trova, per ogni componente dell'equilibrio globale, questo " limite critico". Sarà allora possibile articolare in modo nuovo la millenaria triade "uomo, strumento, società ". Per questo Ivan Ilich chiama " conviviale" una società in cui lo strumento non sia dominio riservato d'una casta burocratica, non sfugga dalle mani di tutti esercitando selvaggiamente le funzioni intrinseche alla sua struttura, ma sia utilizzabile dalla persona integrata nella collettività, per realizzare le proprie funzioni.
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