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Le coordinate del male. Il deficit di empatia e l’assenza di rimorso è il primo libro della Dottoressa Alice Mignani Vinci. È il caso di scriverlo, chi ben comincia è già a metà dell’opera. Un esordio letterario notevole! L’entità degli argomenti presentati induce a pensare sia un testo destinato a lettori eruditi circa i temi argomentati. In realtà, l’autrice ha redatto una narrazione accessibili anche ai profani. Offrire un testo dalle connotazioni accademiche e scientifiche con stesura fruibile e inclusiva denota profonda competenza linguistica e desiderio di mettere a disposizione conoscenze a qualsiasi lettore. Giunga il mio plauso alla scrittrice. Non è semplice trasferire cognizione specialistica, frutto di studio universitario ed esperienza professionale distinta, in ottica inclusiva. Grazie a questo libro si approfondiscono dibattiti atavici sulla natura dell’essere umano. Quesiti di cui s’interrogò profondamente anche Albert Einstein, al punto da chiamare in causa Sigmund Freud. Tra Einstein e Freud ci fu uno scambio epistolare circa le motivazioni intrinseche della psiche umana che sfociano in azioni crudeli e malvagie. La chiave di lettura è propria questa! Perché l’essere umano compie gesti spietati? Il male fa parte di noi? Sono i fattori predisponenti a scatenare la cattiveria? I comportamenti criminali e aggressivi sono frutto di disturbi mentali o di malattie? La società quanto è corresponsabile? Il carcere deve isolare o rieducare? Quali sono le azioni pedagogiche e/o coercitive da apporre nella società e nei confronti dell’homo criminalis?
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