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Gli otto saggi raccolti risalgono al 2004, ma non hanno perduto d'attualità. Scritti da studiosi di varia provenienza geografica, si propongono di offrire materiale di riflessione su un tumultuoso processo. "Nell'Unione allargata afferma il curatore nell'introduzione il tasso di convergenza implicito non raggiunge valori molto alti e, sulla base di tale tasso, sarebbero richiesti circa 35 anni per portare i nuovi paesi a livelli di reddito pro capite simili a quelli medi dell'Unione". Un periodo di tempo invero assai lungo e in una fase non pacifica delle relazioni internazionali. Di qui la necessità di accompagnare il processo con robusti interventi strutturali o irrobustendo strategie finora sottovalutate. È il caso, ad esempio, di varare una politica mediterranea più consapevole della necessità di favorire "rapporti equanimi". E quanto alle "procedure costituenti", tanto avversate, si presentano come le sole in grado di impedire frantumazione e riflusso all'interno dei confini nazionali. Il ruolo degli investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sembra determinante per superare dislivelli clamorosi. Forse si fa troppo affidamento su questo tipo di scelte per affrontare disparità enormi e di lentissima superabilità. Yulia Gorbunova sostiene che soltanto con un volume sostanzioso di investimenti diretti esteri i paesi che hanno guardato all'ampliamento dei confini dell'Unione come a una chance di sviluppo non saranno costretti a provare una sempre più cocente delusione. L'Europa rischia di essere ben lontana dalla desiderata terra promessa. Fatto è che l'insieme delle politiche perseguite dall'Unione è stato concepito, essenzialmente, in vista di una coesione tra quanti già abitavano l'edificio. I nuovi entranti sono stati spesso sentiti come imprevisti e esigenti disturbatori.
Roberto Barzanti
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