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Anno edizione: 2008
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Lo pseudonimo dell'autore Michael Giacchino è dovuto al nome di Michael Jacob, insegnante di Inglese, e al cognome di Daniela Di Gregorio, insegnante di Storia e Filosofia, entrambi docenti a Spoleto. A lui/loro si deve la serie di romanzi gialli ambientati in Prussia all'epoca delle guerre napoleoniche e con protagonista Hanno Stiffeniis, magistrato di Lottingen e soprattutto antico allievo del filosofo Immanuel Kant: Critica della ragion criminale (Einaudi Stile Libero Big, 2006) è il primo dei suoi casi. Lo pseudobiblion che dà il titolo al romanzo in questione è scritto dal sommo filosofo Kant che, dopo aver esplorato la "Ragion pura" e la "Ragion Pratica", nella sua ricerca della verità si è lasciato sedurre dal fascino del Male assoluto. Il manoscritto maledetto viene ritrovato a Konigsberg in concomitanza con il susseguirsi di una serie di delitti talmente inspiegabili da chiamare in causa il Diavolo in persona, e il suo Artiglio in particolare. Il grande problema è che non riusciamo ad empatizzare con il personaggio principale, superbo ma gretto, ambizioso ma cieco, dice di seguire il Metodo razionale ma incappa in una falsa pista dopo l'altra che allungano il brodo con la conseguenza di annoiare il lettore. Il lessico è adeguato all'epoca del racconto ma la scrittura si dilunga in aggettivi e descrizioni dei sentimenti, incede in pesanti atmosfere gotiche, come fosse un romanzo a puntate quando invece tutto poteva essere condensato in un thriller con meno parole...
Un bel romanzo thriller che però va preso per quello che è, opera di fantasia. Non si può chiaramente prenderlo a riferimento per capire davvero Kant. Non un capolavoro ma comunque buono.
Molto appassionante, un bel thriller. All'origine del crimine c'è sempre una critica profonda alla ragione. Molto affascinante lo sviluppo delle pratiche alla base della scienza forense, per come la conosciamo noi oggi.
Recensioni
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