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Una lirica eccellente, una potenza narrativa straordinaria, carica di "scottante" introspezione.
Difficile non dare commenti entusiastici a questo romanzo: potente, efficace, coinvolgente nel racconto. Il monologo del protagonista, che praticamente occupa tutto il romanzo, scava con chirurgica precisione nell'animo di umano.
Fare letteratura parlando di se stessi può sembrare un esercizio di vanità e presunzione intollerabile, nonostante lo si faccia attraverso quello che, probabilmente, dal punto di vista stilistico, è il miglior italiano scritto, nel panorama degli autori contemporanei. Eppure, leggendo UN CUORE DI TROPPO si percepisce una grande onestà intelelttuale, una estrema rigorosità che scaturisce proprio dal mettersi in gioco completamente, dalla evidente volontà di fare letteratura sulla propria esperienza e i propri sentimenti semplicemente perchè sono gli unici argomenti dei quali possiamo raccontare in piena sincerità, gli unici che davvero conosciamo così a fondo da poterne fare argomento di divulgazione e comunicazione intellettuale. Busi, a tratti, cade nella trappola della propria vanità, ergendosi ad esempio e contrapponendosi con orgoglio a personaggi che incarnano una visione dell'esistenza opposta alla sua. Sono le parti meno riuscite e meno convinte del romanzo, come lo stesso autore ammette sottolineandole con espressioni tipo "che sonno...". Commovente e convincente, invece, il Busi indifeso, colpito dall'indifferenza e dalla involontaria, naturale crudeltà propria degli uomini capace di calpestare i sentimenti o la presunzione che talvolta facciamo di essi.
Recensioni
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"Alla mia età vuoi tutto, come l'ultima delle serve dal cuore semplice e idiota, perché sai... so... che ormai anche il tutto alla mia età è molto meno di quando sei giovane."
E all'improvviso un romanzo d'amore imprevisto: autore Aldo Busi, scrittore del dolore e della solitudine e della rabbia. Un amore immaginato, ricordato, un duplice rifiuto e una presenza interiore che viene coltivata, accarezzata con la malinconia di un sentimento reale che non ha potuto avere vita. Ma insieme all'amore c'è l'orgoglio, la dignità che ha disgusto nel vedersi equiparata alla banale grettezza dei comportamenti umani più diffusi. Che cosa importa che il sentimento si sia etero o omo? Che cosa importa il perché gli esseri umani vadano sempre e comunque alla ricerca di un rapporto se questo è inevitabilmente fittizio, superficiale, banale? Come, invece, è diverso il sentimento che lo scrittore/narratore ha vissuto: un amore che ha l'esigenza di essere raccontato a un interlocutore forse poco adatto, ma stranamente prescelto come depositario di pensieri intimi, tenuti segretamente chiusi nella memoria. Palcoscenico della vicenda è un Centro Antistress che seleziona i suoi ospiti col censo, i prezzi alti del servizio garantiscono che solo uomini e donne abbienti possano permettersi un periodo di "ristrutturazione" fisica e psicologica. Lo scrittore in questione, frequenta il Centro due volte l'anno per recuperare un po' di benessere e un'immagine fisica meno sciupata: insomma quel tanto che gli consenta di essere ospite a trasmissioni televisive dedicate alla cultura, in genere trasmesse nottetempo, mettendo a disposizione del pubblico un viso ancora gradevole e giovane. La storia che viene raccontata è relativa a un incontro dell'anno precedente: un uomo, sposato e indisponibile, incontrato in quel luogo, è stato capace di provocare un sentimento forte, un amore vero, qualcosa che forse si pensava ormai impossibile. "Ormai...": la maturità ha cambiato l'approccio che l'uomo ha con il sesso e con l'amore, le pretese si alzano, non ci si può più accontentare di un rapporto puramente fisico, magari prezzolato, si vuole di più, molto, molto di più, ed è per questo che non lo si ottiene mai.
Chi ascolta le confidenze è un nuovo ospite del Centro, prescelto non si sa bene perché dallo Scrittore, costantemente dichiarato "non all'altezza". In realtà Menes, questo è il nome del temporaneo amico del narratore, conosceva già i fatti. Ma come era stato possibile? Chi aveva capito e diffuso un segreto tenuto così attentamente nascosto? La superficiale grettezza di un altro ospite, un omosessuale con i capelli tinti e il viso rifatto dal chirurgo, aveva rivelato un sentimento che nemmeno poteva capire, e in questa rivelazione lo aveva trasformato: da profondo impulso dell'anima in banale avventura omo.
Intorno alla narrazione, che è il centro del romanzo, ruota un'umanità varia, ricca e ignorante, reazionaria e volgare. Nelle vicinanze, il bosco: le castagne che nell'autunno lombardo, sono motivo di passeggiate e di festa, qui diventano quasi simbolo di una dolcezza caduta, di un abbandono e di gioia che si "raccoglie" ma che è destinata a essere "buttata via".
Questo scrittore, che ha spesso giocato con la sua immagine pubblica sa, da raffinato intellettuale qual è, ben interpretare il compito che deve essere assolto da uno scrittore: produrre opere letterariamente significative ma non dimenticare di offrire la propria capacità di riflessione critica su ciò che avviene nel mondo e Aldo Busi è oggi uno dei riferimenti per chi non accetta né la piattezza culturale né l'arroganza del potere.
A cura di Wuz.it
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