L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Giustamente la quarta di copertina sottolinea in questo libro di Elisa Biagini l'ossessione per il corpo. Per offrire al lettore un inventario dei termini anatomici utilizzati, se ne può abbozzare un elenco: bocca, lingua, labbra, palato, gola, saliva, fronte, orecchio, lobi, occhio, palpebra, pupille, capelli, mano, dito, unghia, polso, braccia, scapola, prima cervicale, piede, rotule, caviglie, polmone, cuore, ombelico... Una sorta di esibizione, più che una rappresentazione, della fisicità materiale di cui siamo composti, in singoli elementi quasi stilizzati, e resi artificialmente come nella destrutturazione della pittura cubista e futurista, che se ci spingiamo alla contemporaneità, può anche ricordare i calchi plastificati delle sculture di John De Andrea, in cui la vita pare assente, e la carne diventa un simulacro sintetico. Il corpo spezzettato è reso formalmente nella frantumazione dei versi: brevi, martellanti, irrigiditi nel rifiuto di qualsiasi abbandono lirico. Il corpo, proprio ed altrui, è avvertito minacciosamente armato, arroccato in difesa o pronto all'attacco, come si evince dall'uso frequente di una terminologia aggressiva: ascia, forbici, lama, spillo, spigolo, spine, fil di ferro, coltello, freccia, morso. Con la ricorrente "crepa" che dà il titolo al volume: "e la schiena si/ crepa, astuccio/ di semi/ che spingono". Una poesia scolpita, questa di Elisa Biagini, concretissima e visionaria, anche nei riferimenti letterari a cui rende esplicito omaggio (Paul Celan e Emily Dickinson), traendone spunto per un collage tormentato e radente; dalle loro fessure di angosciosa bellezza trae materia e ispirazione, in una sorta di allucinato film surrealista alla Bunuel, in cui il corpo rimane ostaggio non tanto di divinità crudeli, quanto di una assurda e silenziosa assenza di significato, in un'estraneità reificante.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore