Nella vasta biblioteca dedicata alla tumultuosa vita politica italiana dell'ultimo mezzo secolo si affollano testi d'ogni genere, ma poco spazio è dedicato alla storia del Pdup, un partito piccolo di dimensioni ma ricchissimo di idee, di cervelli, di iniziative. Lontano dalla rigidità del Pci e dalla melmosità della Dc, il Pdup era uno spazio di libero pensiero grazie al quale si fiutavano e si dibattevano già allora i grandi temi della modernità: globalizzazione, pacifismo, diritti civili, ecologia, austerità, società dell'informazione e perfino l'alimentazione (Carlo Petrini era membro del partito). Ora questa lacuna bibliografica viene colmata da Valerio Calzolaio e Carlo Latini, due militanti di spicco in quell'avventura, capaci di reprimere ogni tentazione apologetica. Con rigore storiografico hanno scavato negli archivi, consultato attivisti e studiosi, riordinato eventi, nomi e testimonianze che rischiavano di cadere nell'oblio. Anzi, nell'oblio tutto era già sprofondato, secondo Luciana Castellina che introduce il libro parlando di una "rimozione non innocente del passato, un'operazione voluta per cancellare non solo un pezzo di storia ma l'idea stessa della storia... Il risultato è che finisce per esser cancellato anche il futuro, di cui non si riesce più a cogliere le possibilità". Forse l'accusa suona eccessiva dopo che Renzi si è definito al Parlamento europeo "generazione Telemaco" (ossia erede responsabile, non conflittuale col padre). E tuttavia, nel recente passato i tentativi di rimozione ci sono stati, dapprima da parte della sinistra incarnata da Craxi. Poi in quella che i francesi chiamano la trahison des clercs (il tradimento dei chierici): nel nostro caso i militanti di una sinistra ammaliata dall'alta finanza, dalla deregulation, dall'ottundimento dell'etica pubblica fino ad applaudire l'avvento di Berlusconi e del suo anestetico televisivo. Perciò è bene leggere questo libro: un'opera densa di fatti, cifre, nomi documentati come raramente avviene nella storiografia italiana. Chi poi non avesse tempo di leggere tutte le quattrocento pagine, scorra almeno l'ultimo capitolo: "Il Pdup fu sempre un partito provvisorio. La provvisorietà nasceva dalla consapevolezza di voler contribuire a un rimescolamento della sinistra italiana". E per finire: "La storia può essere un aiuto importante per capire l'attualità, per evitare la replica di errori già fatti e per cogliere potenzialità che in passato non sono state comprese". Giuseppe Cassini
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