Dal margine

Valerio Righi è un giovane pittore contemporaneo "estirpato" dalle tranquille langhe piemontesi e precipitato, in meno di dodici ore, a Roma, peccaminoso, volgare, asfittico luogo di speranze e alcooliche strette di mano nottambule. Valerio, nonostante il brusco cambio d’ambiente, non ha intenzione di perdere neppure un colpo del suo metronomo biologico: equilibrio, razionalità, amore collaudato verso Laura. Laura, che presto – anzi, prestissimo – diventerà sua moglie, non appena la celebrità sarà raggiunta (invece...). Roma è la solita giostra di fumo, traffico, eventi, feste, cene a casa di amici. Così, proprio durante una di queste cene, Valerio si imbatte nella sconvolgente presenza di Giulia, una ragazza che cancellerà in un istante ogni suo premeditato piano di salvezza. Giulia, anche lei, sta attraversando un memorabile momento di crisi con Matteo, il suo ragazzo ormai stanco, spento, disilluso. È il principio della fine. In un momento, la vita di Valerio si sposterà dal margine di un boccascena – ove si è sempre svolta - verso un distruttivo hellzapoppin: dà inizio a una travolgente, quanto suicida, relazione con Giulia mentre la sua pittura si trasforma, perde ogni connotato figurativo e diventa getto di colore liquido direttamente sulla tela. L’esplosione dei fatti si riverbera sui dipinti che acquistano valore proprio quando tutto il resto della vita di Valerio sembra perderlo definitivamente, in un crepuscolo di scelte e decisioni fatali che mordono e strappano carne viva. E la macchina, una volta avviata e scostata dal margine, non potrà che essere lasciata correre per una strada fatta di curve, dossi e strapiombi.