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Davanti alla fine del mondo. Appunti filosofici sotto forma di storie per non morire - Mauro Cascio - copertina
Davanti alla fine del mondo. Appunti filosofici sotto forma di storie per non morire - Mauro Cascio - copertina
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Davanti alla fine del mondo. Appunti filosofici sotto forma di storie per non morire
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Davanti alla fine del mondo. Appunti filosofici sotto forma di storie per non morire - Mauro Cascio - copertina

Descrizione


"Ecco, i termini per l'appunto. Chi ce lo doveva mai dire che chi avrebbe scritto la nostra fine ci avrebbe colpito non nelle cose, ma nel linguaggio. Le parole semplicemente smetteranno di significare, tutto qui. Niente teatro, niente spettacolo. Ho letto che sarà come addormentarsi. E la nostra coscienza sbiadirà, lentamente, non all'improvviso, come quando, appunto, ci abbandoniamo al sonno. Delle nostre parole perderemo pian piano il controllo, senza rendercene conto non saranno più nostre. E senza le parole a costruirci un senso noi non solo non potremo più dire, ma non potremo più nemmeno pensare. La fine del mondo non poteva essere una disgrazia qualsiasi, è giusto che abbia questa radicalità che non ti aspetti, che colpisca il cuore della vita umana. Il pensiero ci appariva semplice, finché non ci abbiamo riflettuto sopra. Abbiamo appreso la parola penso come, appunto, una parola. È il suo uso che non abbiamo mai imparato a descrivere. Che cos'è pensare? Un'attività? Noi ora stiamo pensando? Di qualcuno possiamo dire che corre velocemente, correre è senz'altro un'attività. Da piccoli ci dicevano di sforzarci di pensare, come se fossimo, metti, in bagno. Se io aggrotto la fronte e assumo un'aria grave vuol dire che sto facendo uno sforzo di pensiero? Che differenza c'era tra sforzarsi di correre più veloce e sforzarsi di pensare? Non ci siamo preoccupati poi tanto di quest'attività fantasma. Se lo avessimo fatto avremmo scoperto il significato della parola, proprio quello che perderemo. Un poco alla volta. Ma lo perderemo."
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Dettagli

2020
7 settembre 2020
132 p., Brossura
9788864965574

Valutazioni e recensioni

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Federico Ziberna
Recensioni: 5/5

La filosofia restituita con immaginazione, bellezza, intelligenza e gioco ad uno dei suoi spazi primigeni: il racconto. Esuberante e a tratti divertente, un piccolo libro che mostra (anche) le irriverenti capriole che il pensiero può fare con la parola e la narrazione breve. Da acquistare

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Sabrina Conti
Recensioni: 4/5

Cascio un filosofo figlio della tradizione a servizio della più irriverente modernità. Alla Fine del Mondo=un libro per amico Penso che lo rileggerò, si penso questo. Sono andata troppo veloce. Pagina incalzava pagina e sono giunta alla fine in poche ore. Voglio ricominciare dal fondo perché la fine di un libro è un po’ come il prologo, ti spiega tutto. Racchiuse in queste righe vi è raffigurata una folle società, in cui tutto è vero, esattamente come è vero il suo contrario. Mi ricorda il mondo in cui vivo, o meglio quello in cui voi vivete: io sto in un’altra dimensione e vi osservo. Calunnie, prepotenze, incomprensioni. Mi domando: siete coscienti di essere tutti sull’orlo di un precipizio? Forse no; ed invero non sempre lo siete. Talvolta retrocedete di uno due mille passi e vi sentite salvi: fuori dal gioco! Ma è una illusione; l’illusione data dall’euforia. L’euforia dell’amore. L’amore tutto può, tutto colora, tutto “energizza”. Non esiste il termine energizza, credo; o forse sì. Ma poco importa; a breve non esisterete neppure più voi. Voi intesi come spirito. Il corpo fintanto che ha vita, può vagare nello spazio in cui è posto, a suo piacimento. Peccato perché lo spirito può vagare fuori dal tempo e anche dallo spazio. Non fatevene una colpa: vi ci hanno portato a questa fine del mondo”. Ed e’ stato facile! È bastato annientare il vostro pensiero, con tonnellate di informazioni inutili e discordanti. Ora basta un clic: è non ci sarete più. Ma... una alternativa potrebbe farsi strada... usate il cuore. E Luce fu. (Sabrina Conti -giornalista)

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Stefania Schipani
Recensioni: 5/5

Ti siedi, prendi il libro in mano e inizi a leggere. Scorrono le righe una dietro l’altra e la realtà di trasfigura. Ti ritrovi in un altro luogo. Sei in una comoda poltrona di teatro. Rossa, di velluto. Il grande sipario bordato d’oro si spalanca e appare la scena. Primo capitolo, primo atto. I personaggi si incontrano, recitano, ognuno la propria parte, ognuno nella propria disperazione, nella propria illusione di felicità. Le parole si inseguono e le pagine scorrono veloci. Ma come è già il secondo atto? Già mi manca la prima storia. Tornano altri personaggi. Il secondo atto e poi il terzo. E continui a leggere. E sei ancora lì al teatro. Segui la rappresentazione e il mondo è lì fuori. Non lo cerchi. Vuoi solo continuare a vedere le altre storie. Abelardo, Arale, il sig. Mirarchi, Sputazzella, il Principe e la Baronessa, Samira, Maddalena, la signora Migliardi. Storie di vita, vicine e lontane, assurde ma poi neanche tanto. L’infelicità infranta da un sottile filo comune capace di rompere la disperazione, che è quello della ricerca dell’amore, sempre e comunque. Un amore salvifico che dà il senso alle cose. Mauro Cascio paventa il rischio che “le parole semplicemente smetteranno di significare”. Ma questo non accade, e si arriva “Davanti alla fine del mondo”, ma ci si ferma lì, prima di arrivarci, perché proprio le parole ci salvano. Cala il sipario. Sei fuori dal teatro. Richiudi il libro. E sorridi.

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