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Immaginate un iceberg arenatosi su una sassosa spiaggia danese. Immaginate che il suo scioglimento liberi quattro rocker fricchettoni ibernati dagli anni sessanta... Immaginate ora che i quattro si mettano improvvisamente a suonare un po' come i Beatles, un po' come i più solari Doors e i Cream: avrete questi The blue van, quartetto danese passato al secondo millennio attraverso l piaghe del tempo. Dear independence segue di due anni l'ottimo debut The art of rolling, mantenendo intatta la linea musicale generale seppur con sonorità meno garage, più pulite e pettinate. Trascinato dalla scatenata Don't leave me blue, l'album in questione è un bel viaggio sonoro in un passato mai stantio, divertente e mai troppo impegnativo grazie anche alla relativa brevità delle composizioni (12 pezzi per un totale di 40 minuti di durata complessiva). Menzioni d'onore per la sporca, ruvida e grintosa Keep me running e la zeppeliana Elephant man. Energetico!
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