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Un romanzo sulla forza del corpo e del desiderio in cui la scrittura attenta e precisa di Giorgio Montefoschi porta il lettore fin dentro la vita, le gioie, i dubbi e le difficoltà di una famiglia come tante, racchiusa in una normalità borghese che nasconde molte più sfaccettature e oscurità di quelle che appaiono all’esterno.
"Enrico e Carla Rubbiani sono una coppia felice e affiatata tanto da far dimenticare i vent’anni d’età che li dividono e hanno una figlia, Maddalena, che entrambi adorano. La loro vita familiare nella casa dei Parioli, fatta di cene e ricorrenze passate con gli amici, passeggiate, vacanze a Sabaudia e concerti a Santa Cecilia, sembra perfetta, almeno finché Enrico non è colpito da una crisi cardiaca che lo costringe a un breve ricovero in clinica. Il suo ritorno a casa innesca qualcosa d’inaspettato, la noia e la ripetitività della vita di coppia diventano un peso per Enrico che cerca in una storia con una collega una via di fuga alla monotonia del matrimonio. L’equilibrio della relazione tra Carla ed Enrico e la famiglia che formavano sembrano essersi definitivamente spezzati ma, forse, c’è ancora il tempo per tornare a essere quelli di prima.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Attratta dal titolo, il libro si è mostrato davvero diverso dalle aspettative: in senso positivo! Uno spaccato sulla società e sulle dinamiche familiari in una chiave insolita ed attraente.
Questo libro mi ha veramente lasciata perplessa, sembra più che altro il brogliaccio di una sceneggiatura per un film, dove l'intensità espressiva e il discorso interiore venga completamente lasciato alla elaborazione di un ipotetico regista. Più spazio hanno in questo abbozzo le atmosfere meteorologiche che si succedono su Roma, che alla fin fine dominano la narrazione. Quanto al resto: dialoghi banali, cibi, marito che tradisce la moglie senza che si capisca il motivo, moglie che riaccoglie il marito senza fare una piega, figlia che si aggira per casa col fidanzato, una vacanza in montagna, tutto così, tanto per scrivere qualcosa. Sento arrivare il momento - o è già arrivato - in cui non si scriverà per "voler dire qualcosa", esprimere un pensiero, ragionare sulla realtà, inventare mondi o cose simili, ma solo per mettere sulla pagina in modo piatto piatto la nostra cronaca di vita quotidiana, senza il benché minimo accenno alla vita interiore, in cui uno si alza, si veste ( la descrizione dei vestiti è una delle componenti del libro), fa colazione, va al lavoro, incontra un amico, parla con la moglie, col marito, o con chiunque capiti a tiro, ha un infarto, va al mare e così via.... In fondo non si consuma così tutta la nostra vita? E non ci illudevamo che contassero i pensieri, i sentimenti, i drammi, le aspettative, gli amori, le delusioni etc etc etc!!!!!
Recensioni
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