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Anno edizione: 2017
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Il tema di questo trattato, pubblicato nel 1641, è il cauto vivere, è la dissimulazione come dominio dei propri sentimenti. Ma l'importanza di questo breve scritto sta tutto nello stile, limpido e quasi laconico, e nella straordinaria acutezza e capacità di penetrazione nel mondo degli affetti e delle passioni, tanto da offrire l'esempio di un vero saggio di psicologia morale.
Questa edizione dell’opera di Torquato Accetto non solo ci restituisce un testo estremamente singolare, non solo ci rivela nell’umbratile secentesco un grande, temerario retore; ma ci propone un esempio che riconduce ad un’idea della letteratura, idea che non è meramente barocca; la letteratura è una misteriosa, emblematica epifania di parole, che agiscono anche dove tacciono: essa non teme le altezze della teologia positiva, e gli «abissi chiari» della teologia negativa; non ha luogo, ma penetra dovunque, anche nella preziosa forma dell’assenza; infine, è tormentosa e irrinunciabile; è la «cicatrice» che strazia e crea il mondo. Cancellatela; e anche la cancellazione sarà letteratura. Giorgio Manganelli
Il tema di questo trattato, pubblicato nel 1641, è il cauto vivere, è la dissimulazione come dominio dei propri sentimenti. Ma l'importanza di questo breve scritto sta tutto nello stile, limpido e quasi laconico, e nella straordinaria acutezza e capacità di penetrazione nel mondo degli affetti e delle passioni, tanto da offrire l'esempio di un vero saggio di psicologia morale.
"Questa edizione dell'opera di Torquato Accetto non solo ci restituisce un testo estremamente singolare, non solo ci rivela nell'umbratile secentesco un grande, temerario retore; ma ci propone un esempio che riconduce ad un'idea della letteratura, idea che non è meramente barocca; la letteratura è una misteriosa, emblematica epifania di parole, che agiscono anche dove tacciono: essa non teme le altezze della teologia positiva, e gli «abissi chiari» della teologia negativa; non ha luogo, ma penetra dovunque, anche nella preziosa forma dell'assenza; infine, è tormentosa e irrinunciabile; è la «cicatrice» che strazia e crea il mondo. Cancellatela; e anche la cancellazione sarà letteratura".
Giorgio Manganelli
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