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Una riflessione non di parte sugli effetti del "momento Berlusconi", non solo su quelli a breve termine, ma anche da un punto di vista "più panoramico". Questo è l'intento generale di Marc Lazar. Il punto di partenza è rappresentato da un'immagine ormai storiograficamente consolidata dell'Italia repubblicana: un paese dalla coscienza divisa, perennemente caratterizzata dalla delegittimazione reciproca delle parti politiche. Orbene, a quali trasformazioni della democrazia italiana ha dato vita il "momento Berlusconi"? L'apparente antipolitica del Cavaliere, secondo Lazar, non deve fare perdere di vista i suoi ben precisi obiettivi politici, come il bipolarismo o certi programmi per "modernizzare" il paese. Le innovazioni di Berlusconi, a ben vedere, si sono rivelate influenti anche sulla controparte: basti pensare, anzitutto, alla centralità assunta dalla comunicazione televisiva. Se nel breve raggio, dunque, Berlusconi ha imposto questioni legate alla sua persona ("conflitto di interessi", leggi ad personam ecc.), in una prospettiva più ampia ha introdotto innovazioni destinate a perpetuarsi. I suoi obiettivi ravvicinati sono talvolta chiaramente falliti: alle vecchie pratiche politiche, che intendeva smantellare, ha finito con il ricorrere per salvare il proprio governo; in materia economica il "contratto con gli italiani" non è stato rispettato, tanto che l'Italia, sotto questo aspetto, è uno dei grandi malati d'Europa. Ma nell'era della globalizzazione, e della ridiscussione della tradizionale democrazia dello stato-nazione, l'Italia di Berlusconi pare per certi versi avere persino anticipato i vicini europei nello sperimentare nuove forme di rapporto con la politica. Giovanni Borgognone
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