Nel 1947 uscì in Francia un saggio su Baudelaire di Jean-Paul Sartre, libro tra i più controversi e aspramente stroncati dalla critica del ventesimo secolo. Alessandro Piperno, diffidando di quel giudizio frettoloso e incongruo trasformatosi oramai in luogo comune, ha tentato di seguire le orme lasciate da quel geniale libro, con un doppio intento: anzitutto, provare a svolgere le intuizioni che Sartre ha abbozzato senza approfondire; e poi luce sul misterioso rapporto di contiguità e diffidenza che lega Baudelaire a Sartre, e cioè il criticato all'esegeta, il demaistriano allo stalinista, il disperato demone ottocentesco al fazioso alfiere della libertà.)
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