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I diabolici
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I diabolici - Pierre Boileau,Thomas Narcejac - copertina
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diabolici

Descrizione


"Una sorta di interminabile attacco di cuore": così è stato definito "I diabolici," che - unanimemente considerato un classico della letteratura noir - non ha perso un grammo del suo torbido fascino: come dimostrano i commenti dei giovani blogger francesi, i quali scoprono stupefatti quanto l'attuale letteratura psicologica francese "à suspense" debba a un libro che ai loro occhi appare "di un'incredibile modernità", dotato di "un intrigo perfetto" e di "una tensione che fino all'ultimo non ti dà un attimo di tregua". Come nei migliori romanzi di Simenon, quello che conta qui è la progressiva perdita, da parte del protagonista, della percezione della realtà, il suo sprofondare sempre più allucinato in una vertigine di angoscia e di terrore in cui i deliri si accavallano ai ricordi d'infanzia e a un lacerante senso di impotenza. Nei "Diabolici" compaiono per la prima volta alcuni dei marchi di fabbrica della sterminata produzione di Boileau e Narcejac: lo schema triangolare, l'ambientazione provinciale e piccoloborghese, il motivo del colpevole tormentato dal rimorso e dalla paura, la contiguità fra innocenza e colpa; e soprattutto l'inversione dei ruoli: in un'autentica spirale di orrore, l'assassino si trasforma in una vittima braccata da "colei che non c'è più" - la donna che sa di aver ucciso.
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Dettagli

2014
3 settembre 2014
173 p., Brossura
9788845929175

Valutazioni e recensioni

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newman95
Recensioni: 5/5

L’atmosfera: torbida e nerissima, con questa nebbia appiccicosa onnipresente capace di rendere plausibili, in modo inquietante, eventi o dialoghi altrimenti inverosimili. Il ritmo: serratissimo (pur con qualche nebbioso rallentamento qua e là, perdonabile). Il personaggio principale: molto interessante. Un uomo abulico, come lo definirà l’energica e razionale amante, praticamente privo di volontà, un debole che quasi nulla conosce di se stesso, capace tuttavia di compiere gesti efferati quando indotto a farlo. È ciò che di più inquietante ho trovato in questa storia. Un bel libro, scritto bene, secondo me, sembra di esserci con il povero Fernand, tutto solo, avvolto dalla nebbia, al buio, nell'attesa di un... fantasma.

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Nunzia
Recensioni: 4/5

Vertiginoso!il finale mi ha spiazzata. Gli autori riescono a rendere vittima l'assassino che quasi fa pena nelle sue angosciose paranoie. Un classico della letteratura noir!

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Anna
Recensioni: 3/5

Ansia, attesa, panico, allucinazioni, incomprensione, alienazione, personaggi ambigui, umidità costante, una pesante nebbia che preme contro il petto, che non fa respirare e che ti segue anche quando ti rifugi nei bar nella speranza di dissolverla con numerosi cognac... Tutti questi elementi mi hanno fatto apprezzare I diabolici. L’atmosfera, diciamo, è resa alla perfezione. Il fatto che io abbia capito il trucco già nella prima parte è un’altra storia, ed incide pesantemente sull’assegnazione del punteggio in stelline: potevano essere 4, saranno 3. Ed è un peccato, perchè è un piccolo romanzo noir scritto molto bene, ma se io, che normalmente non capisco MAI in anticipo l’epilogo di un noir o di un giallo ( e, se lo capisco, cerco di scacciare il pensiero per godermi la lettura ), dopo una quarantina di pagine avevo già chiaro in mente tutto… Significa che qualcosa non va. Ad ogni modo, una buona lettura per un paio di sere ad alta ( media ) tensione.

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Voce della critica

  I diabolici: questo titolo suggestivo non appartiene, in origine, al romanzo con cui Pierre Boileau e Thomas Narcejac cominciano, nel 1952, la loro fortunatissima collaborazione. Il titolo scelto allora dai due romanzieri era Celle qui n'était plus, Colei che non era più. Lo ribattezzò Les diaboliques Henri Clouzot, che lo trasformò, nel 1955, in un film destinato a divenire, anche grazie all'interpretazione di Simone Signoret, uno dei noir più amati di ogni tempo. L'immenso successo del film, che modifica tanto l'ambientazione quanto l'intreccio della fonte letteraria, ha forse fatto un po' dimenticare il fascino tutto particolare del romanzo; questa nuova traduzione, impeccabile e amorosamente precisa, è un'ottima occasione per riscoprirlo. Thomas Narcejac, rievocando il suo incontro nel 1948 con Pierre Boileau, ha raccontato la nascita dei loro progetti comuni. Entrambi scrittori già affermati di polizieschi, sentivano il bisogno di fare "qualcosa di diverso": "Qualcosa che lasciasse spazio al movimento dei personaggi." A questo scopo, bisognava partire non da un delitto qualunque, ma da un personaggio destinato a diventare la vittima, sviluppando le sue angosce. "Ed è così – racconta ancora Narcejac – che senza troppo pensarci, in modo empirico, ci siamo trovati a lavorare sulla suspense, come già faceva benissimo in America William Irish." Il richiamo ad Irish (tanto amato dai francesi, a cominciare da Truffaut) è decisivo; proprio come l'autore dell'Alibi in nero, Boileau e Narcejac procedono mettendo il loro protagonista in una situazione insieme inspiegabile e profondamente angosciosa. Fernand Ravinel, rappresentante di commercio di provincia, debole e introverso, si è lasciato plagiare, quando si apre il romanzo, da un'amante dal carattere forte e determinato, la dottoressa Lucienne. I due complici sopprimono la moglie di lui, Mireille. Ma dopo l'assassinio, al quale ha partecipato con scarsa convinzione, la vita di Ravinel si trasforma in un incubo spaventoso: "Colei che non è più", di lontano, gli dà inequivocabili segni di vita e sembra essersi trasformata per lui in un fantasma persecutore. Proprio come nei romanzi di William Irish, anche qui il punto di forza è l'atmosfera opprimente. Tra la periferia di Nantes e quella di Enghien, egualmente squallide nel gelo autunnale, Ravinel brancola "in un vuoto acquoso, in uno spazio incerto in cui errano alla rinfusa motori, fari bianchi come occhi ciechi e rumori di passi, rumori di passi a non finire di cui non si capisce la provenienza". Perseguitato sin dall'infanzia dall'ossessione della nebbia, il protagonista dei Diabolici è certamente un fratello degli eroi disperati di Irish, ma ha anche una più nobile ascendenza letteraria: la sua percezione alterata dell'insostenibile realtà è quella di Roquentin, l'eroe della Nausea. È del capolavoro di Sartre che nei Diabolici Boileau e Narcejac ci offrono un'accattivante versione popolare, sfumando in noir quell'orrore della quotidianità provinciale che il romanziere-filosofo aveva colto con ineguagliata perfezione.   Mariolina Bertini  

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La recensione di IBS


"Una sorta di interminabile attacco di cuore": così è stato definito "I diabolici," che - unanimemente considerato un classico della letteratura noir - non ha perso un grammo del suo torbido fascino.

"Niente cadavere, niente indennizzo. Neanche per un attimo Ravinel aveva considerato il problema da quel punto di vista. Si sedette sull'angolo di una panchina. Stavolta era davvero la fine."

Ambientazione: Francia presumibilmente a metà del Novecento. Personaggi: il classico triangolo amoroso lui, lei e l'altra. Scenario: nebbiose e grigie vie senza gioia, case piccolo borghesi, locali periferici e popolari.

Quando un matrimonio perde la sua forza e il tessuto che tiene unita la coppia si sfilaccia, nella trama può insinuarsi una terza persona e ribaltare tutti gli equilibri esistenti. Così accade nella nostra storia: Fernand Ravinel si allontana dalla moglie Mirelle e si avvicina a Lucienne, determinata e forte al punto da convincerlo della bontà del suo progetto: liberarsi in modo definitivo della consorte.
La tensione narrativa cresce sempre più, parallelamente al pericoloso gioco che la coppia crede di poter gestire. E il lettore - che inizialmente pensa di avere tutto sotto controllo - lentamente perde le sue certezze entrando nel turbine di angoscia e mistero che attanaglia il protagonista.

La terribile, ma ineluttabile, conclusione di questo romanzo vede la morte intrecciata inestricabilmente alla passione amorosa. Anche se "l'amour fou" (quello che devasta e distrugge, privo di qualsiasi remora e regola e che non può essere arginato), non compare in queste pagine dove invece si affacciano l'interesse, l'attenzione al danaro, alla posizione sociale, all'immagine pubblica. Oltre che, ed è qui la chiave centrale della storia, la liberazione dal giogo di una relazione sbagliata, trascinata stancamente. Ma la liberazione di chi non è da sapere. Così come lo scrittore non ci racconta se la nuova relazione sarà migliore o peggiore della precedente. Un turbine di ripensamenti e di rimorsi avvolgerà chi ha agito in un certo modo plagiato e condizionato senza rendersene conto.
Se avete avuto la fortuna di vedere già Les diaboliques, meraviglioso film firmato da Henri-Georges Clouzot con Simone Signoret, Véra Clouzot e Paul Meurisse (voleva realizzarlo Hitchcock, ma poi non se ne fece più nulla) sapete come si svilupperà la storia, seppure nel film non poche varianti mutano la vicenda trasformandola in qualcosa di ancor più insinuante, tormentato, ambiguo. Se non l'avete visto, cercatelo e guardatelo, ma preferibilmente dopo aver terminato il romanzo.

In realtà nulla turba questa lettura e anche se già conoscete la storia non avrete delusioni, tutto sembrerà nuovo, diverso, originale. Spesso i libri di Boileau e Narcejac sono stati paragonati a quelli di Simenon, giustamente, ma non alle inchieste firmate da Maigret, piuttosto ai romanzi che raccontano la vita quotidiana francese e che costituiscono tutta l'altra produzione dello scrittore belga, dove disperazione, miseria e tragedia spesso prendono il posto della leggerezza (seppur talora velata di dramma) che accompagna le indagini di Maigret. Recensione a cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Pierre Boileau

1906, Parigi

Orientato verso una carriera commerciale, Pierre Boileau è tuttavia attratto sin dall'infanzia dalla letteratura poliziesca e parallelamente ai vari impegni lavorativi  scrive racconti che pubblica su quotidiani e periodici. Nel 1938 vince il Prix du Roman d'Aventures. Dopo la guerra conosce Thomas Narcejac. Thomas Narcejac e Pierre Boileau iniziano a collaborare nel 1948. La loro produzione conta più di quaranta romanzi (fra noir, gialli per ragazzi e rifacimenti di Arsène Lupin), quattordici collaborazioni cinematografiche (romanzi adattati e sceneggiature originali – fra le altre, quella con Alfred Hitchcock per La donna che visse due volte, tratto dal loro romanzo D’entre les morts, e quello con Henri-George Clouzot su I diabolici da Celle qui n'était...

Thomas Narcejac

1908, Rochefort-sur-Mer

Thomas Narcejac è nato a Rochefort-sur-Mer. Dopo gli studi universitari diventa professore di lettere e filosofia al liceo Clémenceau di Nantes fino al 1968, quando si ritira a Nizza. Appassionato di letteratura poliziesca, pubblica diversi romanzi prima di incontrare Pierre Boileau nel 1948.La loro produzione conta più di quaranta romanzi (fra noir, gialli per ragazzi e rifacimenti di Arsène Lupin), quattordici collaborazioni cinematografiche (romanzi adattati e sceneggiature originali – fra le altre, quella con Alfred Hitchcock per La donna che visse due volte, tratto dal loro romanzo D’entre les morts, e quello con Henri-George Clouzot su I diabolici da Celle qui n'était plus).Da ricordare, infine, il saggio a quattro mani Le roman policier,...

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