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Un libro unico scritto da un medico. Testimone oculare di Hiroshima, nell'immediatezza si occupò dei soccorsi. A distanza di alcuni anni scelse di rendere pubblico il diario dei primi 40 giorni successivi alla deflagrazione. Registrò con il distacco dell'uomo di scienza l'indicibile, perché nessuno al momento capì.
Nell'infinito dolore del tema emerge una grandezza interiore che ci mostra cosa sia veramente un uomo. A breve Clint Eastwood farà un doppio film sulla conquista di Iwo Jima, secondo due punti di vista: quello americano e quello giapponese. Vuol farci capire che anche i giapponesi erano uomini con sentimenti, paure, speranze. Alla brevissima sintesi che IBS fa del bellissimo saggio di Elias Canetti (che per fortuna è integralmente riportato nell'edizione SE) manca secondo me la frase più significativa: "Mai come in questo diario sono riuscito a conoscere un giapponese... solo ora, per la prima volta, sento di conoscerli realmente". Questo meraviglioso libro andrebbe letto insieme a Sebald (Storia naturale della distruzione), a Vonnegut (Mattatoio 5), a Nossack (Amburgo 1943), all'anonima (Una donna a Berlino), a Boell (L'angelo tacque), e soprattutto insieme a Pynchon (L'arcobaleno della gravità). Un simile excursus ci aiuterebbe a capire meglio come russi, giapponesi, tedeschi, americani, inglesi,.. siano veramente uguali e soprattutto che esiste una natura umana.
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