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Dense di toccante poesia e pervase dalla dolorosa tensione tra una realtà sempre più cupa e una straziante speranza nel futuro, queste pagine mostrano come preservare la memoria della Shoah sia, oggi più di ieri, un compito ineludibile.
«70 anni dopo, ecco il diario in cui l'Anne Frank polacca rivela i suoi ultimi, terribili giorni nel ghetto prima di essere uccisa a 18 anni dai nazisti». - Daily Mail
«Il terrore nazista e il primo amore. Il diario sulla Shoah di una giovane ragazza polacca». - Der Stern
«Ho solo voglia di un amico. Di qualcuno a cui poter parlare delle mie inquietudini e gioie quotidiane. Qualcuno che provi quel che provo io, che creda a quel che gli dico e non riveli mai i miei segreti. Nessuna persona potrebbe mai essere un’amica così, ed è per questo che ho deciso di cercare un confidente sotto forma di diario»
Inizia così uno dei più straordinari e importanti documenti storici sulla Shoah, rinvenuto in una cassetta di sicurezza, dove è stato custodito per settant’anni. Pagine dense delle riflessioni di una ragazza, Renia Spiegel, nata il 18 giugno 1924 a Uhryn´kowce, nella Polonia sudorientale, da una famiglia ebrea di estrazione borghese. Nel settembre 1939, a seguito dell’invasione nazista della Polonia, Renia e sua sorella, Ariana, vennero separate dalla madre, rifugiatasi a Varsavia. Ospiti dei nonni a Przemys´l, mentre la guerra infuriava, Renia affidò al diario i suoi pensieri di adolescente folgorata dai primi amori e piena di speranze per il futuro, ma al contempo angosciata per la separazione forzata dai genitori e la morsa che, giorno dopo giorno, si stava stringendo attorno a lei e alla sua gente. Negli ultimi quarant’anni, i sopravvissuti alla Shoah che hanno pubblicato le loro memorie sono stati numerosi. I diari, tuttavia, sono altra cosa dalle memorie; poiché sono resoconti stilati sul momento, offrono immediatezza emotiva e permettono di ascoltare anche la voce di chi non è più tra noi. Mentre riportava sulla pagina i suoi sogni e le sue paure, Renia, nascosta clandestinamente in una soffitta insieme con altri ebrei, non poteva sapere che nel 1942 i nazisti avrebbero posto fine alla sua giovane vita con un colpo di pistola. Chi ha salvato il suo diario non ha certo potuto sottrarla a questo crudele destino, né concederle quell’avvenire in cui aveva riposto i suoi sogni, ma l’ha indubbiamente salvata dall’ulteriore sofferenza di essere dimenticata.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ci si accosta a questo diario con alte aspettative. Renia Spiegel viene definita la "Anna Frank polacca". Renia quando inizia a scrivere il diario ha 15 anni. Una contrapposizione rispetto ad Anna che accresce certamente il desiderio di confrontare le due testimonianze. Renia però si distacca. Il diario è di fatto un prosimetro, un'alternanza tra prosa e poesia (componimenti scritti da Renia stessa). Un diario che parla poco della guerra e che comunque risulta frammentario per la massiccia presenza della poesia. Una raccolta di pensieri della vita di un'adolescente, nulla di più, nulla di meno. Se cercate la Storia (con la S maiuscola), allora questo diario non fa per voi. Consiglio questo libro principalmente ad adolescenti e amanti della poesia.
Non è un capolavoro della letteratura ma è la testimonianza eccezionale di un'adolescente ebrea polacca che, malgrado la guerra, la separazione dai genitori, la nostalgia della mamma, è un'eccellente studentessa (finchè è possibile) e una tormentata innamorata. La guerra, con le crudeltà che si porta appresso, è in sottofondo ma non scalfisce l'umanità e i tormenti adolescienziali di una ragazzina che, se fosse vissuta, molto probabilmente sarebbe stata una eccellente scrittrice.
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