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Film psicologico centrato sui sentimenti di profonda solitudine, gelosia, ossessione, amore represso ed eros mal riposto.
C'è qualcosa in questo Diario di uno scandalo che non mi fa gridare al capolavoro, fermo restando, e questo è fuori discussione, che ci troviamo al cospetto di un signor film. Il film si presenta come una sorta di nuova Attrazione Fatale, ma a differenza di quest'ultimo, ci risparmia la presenza della solita psicopatica assassina, che finisce sicuramente per dare più ritmo al film ,facendo contenti gli amanti dei Thriller, ma nello stesso tempo sacrificando lo spessore psicologico dei personaggi. Il film è un'opera avvincente ma va detto che Richard Eyre ci mette di tutto per banalizzarlo. La regia è piatta, senza nessuna trovata degna di nota, nello stesso tempo però, riesce ad essere a servizio di due attrici meravigliose come la Blanchett e la Dench. Lo sviluppo psicologico dei personaggi è molto approfondito nello stesso tempo è evidente che la regia patteggia per il personaggio della Blanchett, relegando la Dench nel ruolo della cattiva, banalizzazione tremenda e stupida che non permette al film di essere un capolavoro. Menomale che ci sono le interpreti a rendere chiaro le mille sfumature dei personaggi e a non pregiudicarne il messaggio finale che vede nella solitudine di una omosessuale repressa e moralista un punto di vista determinante per identificare l'ipocrisia della nostra società.
Un bel film, anche se non perfetto e curatissimo nei dettagli come sarebbe forse stato in stile hollywoodiano. Soprattutto le interpretazioni qui sono state tutte grandiose.
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