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Dieci inviti a cena
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Dieci inviti a cena - copertina

Descrizione


Il libro offre al lettore racconti e ricette. Otto menu stuzzicanti tutti da provare e più di trenta deliziose ricette, descritte in modo dettagliato per un risultato sempre soddisfacente. Molte sono gluten free. Provate con noi a realizzare questi piatti per i vostri “Dieci inviti a cena” con altrettanti personaggi della letteratura. Alcuni sono vecchie conoscenze scolastiche come Dante o Goldoni, ma incontrerete anche Hemingway, amante del sole e dei Daiquiri cubani. E se voleste restare in luoghi caldi, ecco una cena africana in ricordo di Karen Blixen. E se aveste voglia di andare a scuola di cucina da Dona Flor, la simpatica protagonista del romanzo di Amado? Eccola per voi nelle vesti della suocera di una delle scrittrici. E un buon filetto alla Wellington in ricordo di Virginia Woolf? O una sera con Jean-Jacques Rousseau e la sua ottima fondue di formaggi della Savoia? Dieci storie intriganti in altrettanti racconti brevi, narrate da scrittori esperti e da new entry nel mondo letterario: da un ex lupo di mare, a una giovane archeologa, da un attore-chef a un barman cubano. I racconti sono corredati da Menu e ricette di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Scoprirete con noi cosa si mangiava alla tavola di un Signore medievale, in una locanda veneziana del Settecento e in una casa cubana oggi. Sarete con Montalbano e i suoi arancini. Alla cena di Trimalcione nell’antica Roma e a Parigi chez Madame Maigret.
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Dettagli

2016
7 ottobre 2016
192 p., Brossura
9788881639236

Valutazioni e recensioni

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Massimo Sposaro
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Maria Cristina Castellani conclude con il suo omaggio al Commissario Montalbano ricordando l’andirvieni fra Genova e Palermo con il ruolo di dirigente per i servizi ispettivi del Ministero della Pubblica Istruzione e l’incontro con gli arancini ed i cannoli siciliani. Ospite di una terra a suo modo generosa che Cristina contraccambia con il suo entusiasmo per i sapori e gli odori del luogo. Ricca la documentazione culinaria che va dagli arancini o arancine agli spaghetti con la bottarga, agli involtini di pesce spada, ai cannoli siciliani appunto. Tutti i racconti sospesi fra realtà e fantasia costituiscono momenti ora solenni ora intimisti intarsiati di buon cibo ed adeguate bevande. Una piccola ma fondamentale bibliografia finale fornisce gli spunti dai quali trarre le coordinate per godere appieno della lettura ed approfondire eventualmente i temi letterari e quelli culinari. Un calore nostalgico pervade la lettura impreziosita dai menù proposti di volta in volta. Un piacere del leggere che ti fa venire voglia di metterti dietro ai fornelli a misurarti con quei sapori che sanno tanto di vita vissuta. Le diverse esperienze letterarie si accomunano in un amalgama che sembra ispirato da una mano unica e sapiente che ti porta leggera in punta di meraviglia.

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Massimo Sposaro
Recensioni: 4/5

Dopo il fortuito incontro entrambi i ragazzi vengono invitati dai genitori di lui (in montagna in uno chalet savoiardo) e di lei sulla riviera ligure di levante dove scopre di essere incinta per la gioia di tutta la famiglia. Dalla finestra della mansarda condivisa dai due giovani Maria scorge una farfalla tra i gerani del balcone: una farfalla color zafferano. (racconto di Gian Mario Cama accompagnato dalle ricette zuppa di cipolle, filetti di sogliola alla normanna, camembert al forno e torta alle mandorle). A lezione di amore e cucina con Dona Flor fa riferimento evidentemente a jorge Amado ed al suo racconto di Dona Flor e i suoi due mariti. Emilia Michelazzi di marito ne ha uno ma è cubano e si deve curare di nutrirlo secondo le tradizioni caraibiche (grazie anche ad una suocera maestra di cucina cubana: Ofelia) e capisce cosa sta dietro, alla storia di un tradizione culinaria (menù di frjoles, ropa vieja, yuca con mojo, cocadas). Maria Cristina Castellani conclude con il suo omaggio al Commissario Montalbano ricordando l’andirvieni fra Genova e Palermo con il ruolo di dirigente per i servizi ispettivi del Ministero della Pubblica Istruzione e l’incontro con gli arancini ed i cannoli siciliani. Ospite di una terra a suo modo generosa che Cristina contraccambia con il suo entusiasmo per i sapori e gli odori del luogo. Ricca la documentazione culinaria che va dagli arancini o arancine agli spaghetti con la bottarga, agli involtini di pesce spada, ai cannoli siciliani appunto. Tutti i racconti sospesi fra realtà e fantasia costituiscono momenti ora solenni ora intimisti intarsiati di buon cibo ed adeguate bevande. Una piccola ma fondamentale bibliografia finale fornisce gli spunti dai quali trarre le coordinate per godere appieno della lettura ed approfondire eventualmente i temi letterari e quelli culinari. (Segue)

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Massimo Sposaro
Recensioni: 4/5

Maria Cristina Castellani pensando ad una giovane lettura di Virginia Woolf ci riporta al periodo in cui insegnava in Francia l’italiano ai figli degli emigrati e ci parla con intimità e calore del suo rapporto col cibo, prima quello sbrigativo ed essenziale degli anni della gioventù e poi quello maturo, “assaporato” degli anni della maturità, del rispetto per le esigenze del proprio corpo (simpatico l’incontro con Fernanda Pivano a base di farinata).Piatti abbinati Farinata di ceci, Moussaka, filetto alla Wellington. Sempre la Castellani improvvisa un incontro struggente tra due europei, un francese e una danese, in Senegal, dediti alla stessa lettura (Karen Blixen) che in una tiepida serata africana incrociano i loro destini, si amano, si separano e quando lui tempo dopo la viene a cercare nella missione dove lei doveva vivere non trova traccia salvo quella dedica su un libro cui le aveva fatto dono (ricette abbinate: pollo al cocco, frittelle di banana ai fiori d’arancio, gelato di mango). Il successivo racconto vede un giovane barman cubano (uno dei due autori è realmente un barman cubano che lavora a Genova in un locale di Corso Italia, Orlando Planche Morales) ritrovarsi la figura di Heminguay al tavolo del bar ad ordinare un daiquiri: naturalmente non si tratta del vero scrittore anche se l’individuo ne porta tutte le sembianze e conversando di liquori gli lascia la ricetta per il papa double, ricetta che viene ripresa nello specifico nelle note a margine del racconto insieme al daiquiri ed al mojito. Di ambiente parigino, il seguente racconto ci parla di Maria, giovane di origine ligure e del suo incontro con nientemeno che la Signora Maigret in Place de Vosges. Un invito a cena con il compagno di Maria, Michel ed i racconti appassionanti della Signora che aveva cucinato i piatti favoriti dall’illustre marito: Maria racconta della farfalla color zafferano che andava a trovare Eugenio Montale mentre se ne stava seduto in un caffè di Dinard. (segue)

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